Diretta | Copcast, il diario della Cop29 di Baku

Tutte le notizie in diretta dalla Cop29 sul clima di Baku. E un podcast quotidiano per rimanere aggiornati

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Dalla Cina a ExxonMobil, le preoccupazioni per le conseguenze della vittoria di Trump si moltiplicano

Non solo organizzazioni non governative ecologiste. La vittoria del repubblicano Donald Trump negli Stati Uniti, con la probabile seconda uscita della nazione nordamericana dall’Accordo di Parigi, sta suscitando manifestazioni di inquietudine in tutto il mondo. Anche inaspettate. L’inviato speciale per il clima della Cina, Liu Zhenmin ha dichiarato alla Cop29: «La situazione internazionale è cambiata profondamente. E siamo anche preoccupati sugli Stati Uniti dopo l’esito delle elezioni».

La Cina, d’altra parte è ancora fortemente legata ai combustibili fossili, carbone incluso, ma sta anche investendo somme gigantesche nelle fonti rinnovabili. Decisamente più sorprendente è stata la presa di posizione di un portavoce della compagnia petrolifera ExxonMobil. Che parlando alla Cnn ha spiegato che «gli Stati Uniti farebbero un errore ad uscire una seconda volta dall’Accordo di Parigi, poiché minerebbero gli sforzi nazionali per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e quelli internazionali di combattere i cambiamenti climatici». Sincera preoccupazione o astuta operazione di marketing?

Il presidente dell’Azerbaigian Aliyev: «Petrolio e gas doni di Dio»

12 novembre, ore 23:20 – Che la Cop29 si giocasse in trasferta per tutti coloro che sperano in un’azione seria, immediata e drastica sul clima lo si sapeva da tempo. L’Azerbaigian è una nazione i cui proventi sono assicurati per quasi la metà dalle esportazioni di petrolio e di gas. Ma che il presidente della nazione ospitante si lanciasse in un elogio sperticato delle due fonti fossili, principali responsabili dei cambiamenti climatici assieme al carbone, definendole «doni di Dio» non era scontato. Ilham Aliyev ha anche messo sullo stesso piano gli idrocarburi e «vento, sole, oro, argento, rame: sono tutte risorse naturali e non si può puntare il dito contro le nazioni che le portano sul mercato».

L’Ue presenta la sua roadmap sul metano

12 novembre, ore 23:01 – L’Unione europea ha presentato una roadmap con l’obiettivo di abbattere le emissioni di metano, gas ad effetto serra che permane nell’atmosfera terrestre molto meno a lungo della CO2, ma che presenta un potere climalterante molto maggiore. In particolare, il piano prevede di lavorare alla riduzione delle emissioni associate alla produzione e al consumo di combustibili fossili. Ma dà anche ai Paesi che importano o esportano questi ultimi modelli di riferimento per monitorare e rendicontare le loro emissioni.

Copcast, 12 novembre

La ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop29, è ufficialmente iniziata a Baku, in Azerbaigian. Quest’anno, al centro delle discussioni ci saranno soprattutto le questioni legate alla finanza climatica. Ovvero agli stanziamenti che occorre prevedere per mitigare i cambiamenti climatici e per adattarsi agli impatti da essi derivanti.

Ma come siamo arrivati fin qua? Ce lo spiega Lorenzo Tecleme in Copcast, il diario della Cop29 di Baku.

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Il Regno Unito si impegna a ridurre le emissioni dell’81%

12 novembre, ore 17:20 Il Regno Unito, nel secondo giorno della Cop29 di Baku, si è impegnato a ridurre «di almeno l’81%» le proprie emissioni di gas ad effetto serra, entro il 2035, rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di una notizia certamente positiva, annunciata dal primo ministro laburista Keir Starmer. «Un problema mondiale necessita però di una partnership mondiale e di una cooperazione internazionale responsabile», ha dichiarato il premier britannico, esortando «tutti i governi a presentare obiettivi ambiziosi».

Il report: gli eventi meteorologici estremi sono costati 2mila miliardi di dollari in dieci anni

12 novembre, ore 14:50 Uno studio della Camera di Commercio Internazionale rivela che gli eventi meteorologici estremi legati alla crisi climatica sono costati all’economia globale oltre 2mila miliardi di dollari nell’ultimo decennio. Solo tra il 2022 e il 2023 le perdite ammontavano a 451 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti del neopresidente negazionista Donald Trump i più colpiti. Forte anche l’impatto sui paesi via di sviluppo, dove un singolo evento estremo arriva ad avere costi superiori al PIL annuale.

Il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev: «Petrolio e gas sono un dono di Dio»

12 novembre, ore 14:10 Il presidente azero sul palco principale della Cop29 risponde alle critiche di chi aveva contestato l’organizzazione della Conferenza proprio in un petrolstato. Nella plenaria, prima di passare la parola ai diversi capi di stato, Aliyev ha ribadito l’intenzione di sfruttare le risorse fossili a disposizione dell’Azerbaijan, contro «i doppi standard, l’abitudine di fare la predica agli altri Paesi e l’ipocrisia politica sono diventati una sorta di modus operandi per alcuni politici, ONG controllate dallo Stato e media».

Stiell: «La cooperazione internazionale è l’unico modo in cui l’umanità può sopravvivere»

12 novembre, ore 11:50 Il segretario esecutivo dell’United Nations Climate Change Conference Simon Stiell ha sottolineato l’urgenza di rispondere alla crisi climatica, che sta diventando «killer dell’economia». I disastri – ha spiegato – stanno facendo crescere i costi per famiglie e imprese, e la priorità dei decisori politici dovrebbe essere abbattere questi costi con azioni incisive. Non solo per salvare vite ed economie. Un’azione climatica più coraggiosa significa, infatti, «Più posti di lavoro, più crescita, meno inquinamento che soffoca le città, cittadini più sani e imprese più forti». L’appello di Stiell è rivolto ai cittadini, affinché pretendano dai negoziatori dei propri paesi di «Saltare le pose e passate direttamente alla ricerca di un terreno comune». «La cooperazione internazionale – ha concluso – è l’unico modo in cui l’umanità può sopravvivere al riscaldamento globale».

Guterres: «La finanza per il clima non è carità, è un investimento»


12 novembre, ore 11:30 – Il segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres invoca lo stop ai combustibili fossili ed elenca tre priorità per le negoziazioni della Cop29.

«Alla Cop28, tutti voi avete deciso di abbandonare i combustibili fossili; accelerare i sistemi a energia netta zero, fissando delle tappe fondamentali per arrivarci; di incrementare l’adattamento al clima; e di allineare la prossima serie di piani climatici nazionali a livello economico – o NDC – al limite di 1,5 gradi. È tempo di fare i conti. […]

Vi invito a concentrarvi su tre priorità. In primo luogo, la riduzione d’emergenza delle emissioni. Per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, dobbiamo ridurre le emissioni globali del 9% ogni anno. Entro il 2030, dovranno diminuire del 43% rispetto ai livelli del 2019. In questa COP, dovete concordare regole per mercati del carbonio equi ed efficaci che sostengano questa lotta. […] Entro la prossima COP, dovrete presentare nuovi piani d’azione nazionali per il clima a livello economico. […]

In secondo luogo, dovete fare di più per proteggere il vostro popolo dalle devastazioni della crisi climatica. I più vulnerabili sono abbandonati agli estremi climatici. Il divario tra le esigenze di adattamento e i finanziamenti potrebbe raggiungere i 359 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Questi dollari mancanti non sono astrazioni di un bilancio: sono vite umane sottratte, raccolti persi e sviluppo negato. Ora più che mai le promesse finanziarie devono essere mantenute. I Paesi sviluppati devono accelerare i tempi per raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento, portandoli ad almeno 40 miliardi di dollari all’anno entro il 2025. […]

La terza priorità è la finanza. I Paesi in via di sviluppo desiderosi di agire si trovano ad affrontare molti ostacoli: scarsi finanziamenti pubblici, costo del capitale esorbitante, disastri climatici devastanti e servizio del debito che assorbe i fondi. […] La Cop29 deve abbattere i muri dei finanziamenti per il clima. I Paesi in via di sviluppo non devono lasciare Baku a mani vuote. Un accordo è d’obbligo. Abbiamo bisogno di un nuovo obiettivo finanziario che sia all’altezza del momento.

Cinque elementi sono fondamentali per il successo. Primo, un aumento significativo dei finanziamenti pubblici agevolati. In secondo luogo, una chiara indicazione di come la finanza pubblica mobiliterà le migliaia di miliardi di dollari di cui i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno. In terzo luogo, attingere a fonti innovative, in particolare a prelievi sul trasporto marittimo, sull’aviazione e sull’estrazione di combustibili fossili. Chi inquina deve pagare. Quarto, un quadro di riferimento per una maggiore accessibilità, trasparenza e responsabilità, che dia ai Paesi in via di sviluppo la certezza che il denaro si concretizzerà. Quinto, aumentare la capacità di prestito delle Banche Multilaterali di Sviluppo, più grandi e più coraggiose. Ciò richiede un’importante ricapitalizzazione. E richiede una riforma dei loro modelli di business, anche per far sì che possano attrarre molti più finanziamenti privati.

[…] In questo periodo cruciale, voi e i vostri governi dovete essere guidati da una chiara verità: la finanza per il clima non è carità, è un investimento. L’azione per il clima non è facoltativa, è imperativa. Entrambe sono indispensabili: per un mondo vivibile per tutta l’umanità. E a un futuro prospero per ogni nazione della Terra. Il tempo scorre».

La Cop29 è ospitata a Baku dall'Azerbaigian
La Cop29 è ospitata a Baku dall’Azerbaigian © UNclimatechange/Flickr

Annunciato un primo passo avanti sui carbon credit

11 novembre, ore 22:10 – Come già accaduto in passato in apertura di altre conferenze, durante la prima giornata della Cop29 di Baku è stato annunciato un primo accordo. I governi hanno approvato infatti le nuove regole di cui si doteranno le Nazioni Unite per il funzionamento del controverso mercato dei carbon credit. Non si tratta però di un accordo definitivo, come spiegato da un diplomatico europeo. E le Ong criticano il metodo poco trasparente. Qui il nostro approfondimento.

La Cop29 è ufficialmente iniziata

11 novembre, ore 17:00 – La ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop29, è ufficialmente iniziata a Baku, in Azerbaigian. Quest’anno, al centro delle discussioni ci saranno soprattutto le questioni legate alla finanza climatica. Ovvero agli stanziamenti che occorre prevedere per mitigare i cambiamenti climatici e per adattarsi agli impatti da essi derivanti.

Ci si arriva, però, in un contesto politicamente difficile. Numerose nazioni hanno preferito non inviare i propri capi di Stato o di governo. In parte per scarsa fiducia nell’azione contro il riscaldamento globale, in parte per problemi diplomatici con il governo di Baku e con il suo presidente Ilham Aliyev. Un autocrate spesso accusato di non rispettare i diritti umani e che ha dichiarato a chiare lettere che la sua nazione continuerà a puntare sul petrolio, nonostante la crisi climatica in atto. Ciò si aggiunge l’elezione negli Stati Uniti di Donald Trump, che ha già fatto sapere di essere intenzionato ad uscire ancora una volta dall’Accordo di Parigi.

Nel frattempo, i dati scientifici sono sempre più allarmanti. Le promesse fin qui avanzate dai governi in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ci porteranno, se va bene, ad un aumento della temperatura media globale di 2,6 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Qualora tali impegni fossero rispettati solo in parte, si potrebbe arrivare a 3,1 gradi. Il che non significherebbe soltanto passare da una situazione di crisi ad una catastrofe climatica, ma addirittura entrare in un territorio sconosciuto con conseguenze potenzialmente immaginabili.