Vivere in un ambiente sano ora è un diritto fondamentale
Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato due risoluzioni di portata storica
Venerdì 8 ottobre il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato due risoluzioni di portata storica. La prima riconosce il diritto di ogni abitante della terra a godere di un ambiente «sicuro, pulito, sano e sostenibile». Un segnale chiaro in vista della ventiseiesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 26).
Cinque nazioni che hanno avanzato la proposta: Costa Rica, Maldive, Marocco, Slovenia e Svizzera. Numerosi Paesi europei l’hanno sostenuta e alla fine approvata a larga maggioranza. Il Consiglio ha anche chiesto agli Stati di «rafforzare le loro capacità di protezione dell’ambiente». Anche per quanto riguarda la tutela della biodiversità e degli ecosistemi.
La seconda risoluzione è stata adottata su proposta dell’Unione europea, e di Isole Marshall, Bahamas, Fiji, Panama, Paraguay e Sudan. Essa prevede la nomina, per un periodo di tre anni, di un delegato speciale per la promozione e la protezione dei diritti umani in riferimento ai cambiamenti climatici. Il mandato consisterà nello studiare gli effetti negativi del riscaldamento globale sul rispetto dei diritti fondamentali, monitorando le situazioni di ciascuno Stato e promuovendo le buone pratiche.
Su questa seconda proposta è stata significativa, benché ininfluente ai fini dell’approvazione, l’astensione di numerose nazioni, tra le quali India, Giappone, Cina e Russia.