In Turchia la terra sta sprofondando sotto il peso dell’agricoltura intensiva

In Turchia, l'estrazione di acqua dalle falde sta incrementando la formazione di doline nel terreno

Le doline sono fenomeni naturali che però possono subire un'accelerazione a causa delle attività umane © Muhammed Zeynel Ozturk/iStockPhoto

La terra in Turchia sta crollando, letteralmente, sotto il peso dell’agricoltura intensiva. In sostanza, si stanno formando dei crateri (anche di dimensioni corpose) che vengono definite “doline”: un fenomeno “naturale”, accelerato però dalle attività antropiche sul terreno, in primis l’agricoltura.

Questi crateri, che secondo l’università di Konya sono passati da 299 nel 2017 a 2.550 nel 2021, stanno minacciando le infrastrutture e le popolazioni locali. Ma cosa si nasconde dietro questa catastrofe che sta trasformando il paesaggio dell’Anatolia?

L’agricoltura intensiva come principale responsabile

La dolina è una conca chiusa che si forma quando rocce solubili come il calcare creano delle cavità sotterranee in un lungo periodo di tempo che poi vengono alla luce quando i soffitti di queste cavità crollano. Più nello specifico, l’acido carbonico si forma a seguito della combinazione delle acque sotterranee con l’anidride carbonica. Nel corso del tempo, questo acido carbonico dissolve il terreno, provocando appunto la formazione di grotte sotterranee. E quando il terreno sopra la grotta collassa si formano le doline.

Le doline non sono un fenomeno nuovo nell’Anatolia centrale, regione considerata il granaio della Turchia. Geologicamente, questa zona è sempre stata interessata da fenomeni carsici. Ma quello che preoccupa è l’aumento esponenziale di doline nel terreno.

Il professore Fetullah Arik, direttore del Dipartimento di ingegneria geologica dell’Università di Konya, è uno dei massimi esperti di doline in Anatolia. In passato, Arik ha sostenuto che i terremoti, a cui l’area è particolarmente soggetta, potrebbero essere una delle cause dei crolli. Questo è ancora vero, ma un altro fattore rilevato da Arik è proprio il rapido esaurimento delle falde acquifere sotterranee. Infatti, il livello di queste è calato in certi casi anche di 1-2 metri l’anno, con picchi che superano i 20 metri in alcuni punti. «I cambiamenti climatici e la siccità in Turchia, uniti al consumo eccessivo e incontrollato di acque sotterranee, hanno provocato l’aumento di formazioni di doline nel bacino chiuso di Konya e nelle regioni limitrofe», si legge sul sito dell’università.

I pozzi illegali

Dagli anni Sessanta, l’Anatolia centrale ha visto una progressiva transizione verso l’agricoltura intensiva, con pratiche che richiedono l’uso massiccio di acqua per l’irrigazione. Nella regione di Konya Karapınar, quasi il 90% dell’acqua è destinato all’agricoltura, con metà del fabbisogno coperto dalle riserve idriche sotterranee. Le scarse precipitazioni recenti hanno ulteriormente spinto gli agricoltori a irrigare colture come grano e orzo, che tradizionalmente si basavano sull’acqua piovana, accentuando la pressione sulle riserve sotterranee.

L’aumento della domanda di acqua ha portato a un’esplosione del numero di pozzi illegali: se nella regione vi sono circa 35mila pozzi autorizzati, si stima che ne esistano oltre 100mila non regolamentati. Questa sovraestrazione aggrava la formazione delle doline, con conseguenze dirette su abitazioni, infrastrutture e sicurezza dei residenti. In alcuni casi, le famiglie sono state costrette ad abbandonare le proprie case.

Meglio non riempirli di macerie

Alcuni cittadini hanno iniziato a riempire di terra le voragini nei loro campi, poiché preoccupati che il loro valore economico possa diminuire. Un’iniziativa considerata pericolosa dagli esperti: ogni dolina andrebbe “curata” a suo modo e non è detto che buttare delle macerie in questi buchi non finisca per peggiorare la situazione.

«Il materiale della dolina deve essere dosato bene, dopo essere stato riempito con materiale impermeabile dalla grana grossa a quella fine, e poi chiuso con iniezioni di cemento e calcestruzzo», ha spiegato Fetullah Arik alla testata turca Yeni Şafak. «Abbiamo visto che molti dei riempimenti fatti in maniera amatoriale alla fine sono crollati. Incontriamo spesso questo processo di riempimento delle doline nelle aree agricole».

Un fenomeno globale

Questo fenomeno di sprofondamento del suolo, legato alla sfruttamento intensivo delle risorse sotterranee, non è esclusivo della Turchia. Situazioni simili si osservano in Australia, Israele e negli Stati Uniti, particolarmente in Florida, evidenziando la necessità di una consapevolezza globale sull’uso sostenibile delle risorse idriche.

Di fronte a questa crisi ecologica, è cruciale rivedere i modelli agricoli e, soprattutto, le politiche di gestione dell’acqua. La tutela delle falde acquifere è essenziale per evitare che altre regioni subiscano lo stesso destino dell’Anatolia centrale.