Dietro le sabbiose dune del calcio globale

Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio

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In un futuro prossimo ci sarà uno scontro decisivo tra la casata degli Harkonnen e la casata degli Atreides, il campo di battaglia sarà una sterminata distesa di sabbia. È il soggetto di “Dune”, il nuovo film di Dennis Villeneuve tratto dal romanzo di Frank Herbert? No, è la trama dello scontro in atto tra Fifa e Uefa per il controllo del calcio globale. Nel giro di pochi mesi sono state annunciate, poi nascoste, poi rilanciate e infine messe in attesa, due armi di distruzione di massa: prima la Super Lega, poi il Mondiale da giocare ogni due anni o, in alternativa a quest’ultimo, una nuova formula per una Coppa del Mondo per Club che vada a sostituire quella attuale, poco affascinante e remunerativa.

Perché in ballo ovviamente ci sono i soldi, tanti soldi: la Champions (Uefa) vale un paio di miliardi di euro l’anno, il Mondiale (Fifa) circa sei, ma ogni quattro anni. Troppo poco per l’organo che controlla il calcio mondiale. Dietro le tre nuove proposte c’è infatti Infantino, ex delfino di Platini alla Uefa e successore di Blatter alla Fifa. Una volta vicino al fondo sovrano del Qatar (quando questi si comprarono il Psg dopo una cena all’Eliseo tra Al Thani, Platini e Sarkozy) cui è stato permesso di fare quello che voleva per dieci anni nel calcio europeo. Fino a costruire una squadra con Neymar, Mbappé e Messi.

Oggi invece Infantino si muove spalleggiato da SoftBank: finanziaria giapponese il cui potentissimo Vision Fund è finanziato coi soldi dell’Arabia Saudita, che nel frattempo ha rotto le relazioni politiche e diplomatiche con i vicini di casa del Qatar. Nella partita inaugurale del Mondiale di Russia 2018, curiosamente l’avversario dei padroni di casa era l’Arabia Saudita, e la foto inaugurale dell’evento ha visto insieme a Putin il nostro Infantino a fianco di Bin Salman. L’idea del Mondiale biennale nasce due anni fa in Arabia Saudita, paese subito visitato ufficialmente da Infantino, accolto in pompa magna da Bin Salman. A leggere i documenti c’è sempre il fondo sovrano saudita a finanziare le tre proposte che servono a ribadire la supremazia della casata della Fifa sulla casata della Uefa, che da parte sua si affida al fondo sovrano del Qatar, che i Mondiali li ha già ottenuti dall’ex amico Infantino e ora guarda all’Europa.

Non a caso, infatti, è stato il Psg il primo grande club a rifiutare la Super Lega, schierandosi subito con la Uefa di Aleksander Ceferin, che in cambio ha messo Al Khelaifi (presidente del fondo sovrano del Qatar e del Psg, braccio destro dell’emiro Al Thani) alla guida della Eca: l’ex G-14 dei grandi club europei. Arabia Saudita e Qatar, ecco le sabbiose dune che fanno da sfondo a questa guerra tra casate per il controllo della spezia più importante: il pallone. Sembra un film di fantascienza, è il presente del calcio.