EBA, l’Europa sceglie un banchiere per controllare le banche

José Manuel Campa, capo lobbista del colosso Santander, succede ad Andrea Enria al vertice dell’Autorità Bancaria Europa (EBA).

Un banchiere per controllare le banche. La scelta dell’Ue per il vertice dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) fa discutere. Il nuovo presidente dell’organismo di vigilanza è infatti José Manuel Campa. Occuperà una poltrona vuota da gennaio. Da quando cioè l’italiano Andrea Enria è stato spostato al vertice del Single Supervisory Mechanism (SSM). Struttura della Banca centrale europea deputata a vigilare sulla conformità degli enti creditizi ai requisiti prudenziali, individuare carenze ed assicurare che si intervenga per superarle.

Dal 2014 capo dei lobbisti del colosso bancario spagnolo Santander

Campa, 54 anni, è anche un docente universitario e un uomo politico. Diplomato ad Harvard, dal 2014 è al servizio di Santander, occupando il posto di “responsabile globale degli affari regolamentari”. Ovvero di capo dei lobbisti del colosso bancario spagnolo. Colui, cioè, che era deputato a negoziare, tra gli altri, proprio con l’EBA. L’autorità che ora dirigerà per cinque anni.

«In altri termini – ha scritto la Ong Finance Watch – Campa è stato pagato per cambiare le regole al fine di favorire le grandi banche. O almeno al fine di evitare loro norme troppo fastidiose. E, tra poco, sarà lui a dover far rispettare quelle stesse regole».

Santander, tra l’altro, è una delle peggiori banche europee in termini di sostegno alle fonti di energia fossile. Il voto che l’organizzazione BankTrack le ha dato è infatti “D”.

Dal punto di vista politico, invece, Campa è stato segretario di Stato all’Economia nel suo Paese dal 2009 al 2011. In seguito ha fatto parte del gruppo Liikanen, incaricato dalla Commissione europea di valutare la possibile divisione delle banche. Ovvero la separazione delle attività retail da quelle d’affari. Progetto che sembra ormai abbandonato.

Una palese rottura con il predecessore italiano Andrea Enria

La scelta dell’ex dirigente di Santander appare dunque come una rottura. Di certo con il profilo del suo predecessore. L’intera carriera di Enria, infatti, è stata effettuata in seno ad organismi di vigilanza bancaria. Il cambio al vertice dell’EBA, inoltre, arriva in un momento cruciale. L’autorità dovrà infatti fronteggiare in primo luogo le incognite derivanti dalla Brexit (hard o soft che essa sia). Che tra le altre cose porterà la stessa EBA a traslocare da Londra a Parigi.

In secondo luogo, sul tavolo europeo c’è il rafforzamento dei dispositivi di lotta al riciclaggio. Infine, l’autorità bancaria dovrà decidere come comportarsi con gli organismi di controllo di Estonia e Danimarca. Entrambi sospettati di aver chiuso un occhio di fronte a comportamenti poco chiari della Danske Bank.

Inoltre, l’EBA dovrà continuare il lavoro “ordinario”. Che dall’esplosione della crisi finanziaria del 2008 è sempre più importante. Basti pensare che è proprio l’organismo di vigilanza ad organizzare gli “stress test”. Ovvero le verifiche di “tenuta” delle strutture patrimoniali delle grandi banche di fronte a possibili terremoti finanziari.

«In Europa l’andirivieni dal pubblico al privato non suscita alcuna critica»

Sempre l’EBA è deputata poi a scrivere una serie di regolamenti finalizzati a garantire la stabilità del sistema. Lavoro effettuato assieme alla BCE, al Comitato di Basilea e, in alcuni casi, alla Commissione europea. «Dietro queste battaglie su riferimenti normativi e contabili – sottolinea il quotidiano francese Mediapart – ci sono in ballo migliaia, se non miliardi di euro”.

Il giornale aggiunge poi che «il sistema che permette a certe persone di andare e venire tra pubblico e privato è talmente integrato nel funzionamento delle istituzioni europee che la nomina di José Manuel Campa non ha suscitato alcuna critica». Per cui «non sorprende constatare che dalla crisi del 2008 ad oggi non sia cambiato nulla nel mondo della finanza. Sono gli stessi uomini, provenienti dagli stessi ambienti, che condividono le stesse idee e gli stessi interessi». E che decidono anche le regole del gioco.