Ribaltare la logica neoliberista si può. La Controfinanziaria di Sbilanciamoci

Salute, lavoro, investimenti, disuguaglianze, fisco. Le proposte della Controfinanziaria di Sbilanciamoci per un'economia giusta

Giulio Marcon
La Controfinanziaria di Sbilanciamoci propone un modello di sviluppo decisamente diverso rispetto a quello indicato dal governo di Mario Draghi © frantic00/iStockPhoto
Giulio Marcon
Leggi più tardi

Il 2 dicembre scorso la campagna Sbilanciamoci ha presentato la sua XXIII Controfinanziaria: quasi 32miliardi di euro raccolte in 105 proposte – specifiche e dettagliate – elaborate dalle 49 organizzazioni della campagna. La campagna – nata nel 1999 – costruisce ogni anno un punto di vista comune, trasversale e alternativo facendo dialogare organizzazioni ambientaliste, pacifiste, civiche, di volontariato ed advocacy, di finanza etica e cooperazione sociale.

Le lacune della legge di bilancio del governo

Non si tratta di un cartello di organizzazioni che fanno lobby per i propri interessi, ma di soggetti che elaborano la proposta di un modello di sviluppo sostenibile e di qualità. Nel passato molte delle proposte della campagna sono diventate emendamenti in parlamento e talvolta sono stati approvati. Come nel caso della finanza etica, dei corpi civili di pace, dell’introduzione degli indicatori di benessere.

Di fronte ad una sconsolante legge di bilancio (quella del governo) che aumenta le spese militari (+5,4%), dà le briciole alla cooperazione allo sviluppo (solo lo 0,22% del PIL), non tocca i sussidi ambientalmente dannosi (che sono quasi 20 miliardi di euro ogni anno) e non dà risposte sul lavoro e la previdenza il giudizio non può che essere negativo.

Il presidente uscente della BCE Mario Draghi ha annunciato a settembre l'imminente ripresa degli acquisti da parte dell'Eurotower. Foto: Aron Urb (EU2017EE) Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Il presidente del Consiglio Mario Draghi © Aron Urb (EU2017EE) Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

I regali del governo agli ultra-ricchi

Si dirà: ma ci sono 8 miliardi di stanziamenti per la riduzione della pressione fiscale. Sì, ma i redditi più bassi non avranno alcun vantaggio da questa misura (il ceto medio-alto, sì). E i redditi dei super-ricchi non vengono toccati: un Paperon de’ Paperoni con un’Irpef da 300mila euro avrà la stessa aliquota fiscale di uno che ha un reddito da 50mila euro. Una legge di bilancio poco trasparente (si guardi la parte sulla riduzione della pressione fiscale). E anche incoerente e frammentaria, senza un disegno organico.

La Controfinanziaria di Sbilanciamoci va in tutt’altra direzione. Chiede più politiche pubbliche e investimenti pubblici per la riconversione ecologica dell’economia, per il lavoro, per l’innovazione. Serve una vera politica industriale, la vera assente dal Pnrr e dalla legge di bilancio. Chiede più fondi per la questione sociale che affligge con la povertà e le disuguaglianze crescenti una parte sempre maggiore della nostra società.

Le proposte della Controfinanziaria di Sbilanciamoci

In un anno di pandemia – ci dice l’Istat- abbiamo un milione di poveri in più. E le disuguaglianze sono enormemente cresciute. La sanità prima della pandemia è stata per anni definanziata. Negli ultimi due anni è stato recuperato una parte del terreno perduto, ma serve un altro passo per dare risposte all’effettivo godimento di un diritto universale e costituzionalmente riconosciuto.

Per le entrate Sbilanciamoci chiede: la riduzione del 20% delle spese militari, la cancellazione dei sussidi ambientalmente dannosi. Una riforma fiscale che accentui la progressività dell’Irpef, introduca una imposta sui grandi patrimoni e alzi l’imposta di successione, a partire da una franchigia di 250mila euro. E introduca finalmente una vera tassa sulle transazioni finanziarie per arginare la finanza speculativa ed evitare pratiche elusive di evasione fiscale.

Perché serve più Stato, meno mercato e redistribuire la ricchezza

La questione di fondo che abbiamo davanti è che va ribaltata la logica delle politiche (neoliberiste) di questi anni: invece serve più Stato, meno mercato. Più lavoro con le tutele e meno precariato. Più spese sociali, meno spese militari, più investimenti pubblici, meno privatizzazione. Va redistribuita la ricchezza dall’alto (che negli ultimi anni ha visto crescere incredibilmente i propri patrimoni) verso il basso (che invece si è impoverito).

Serve un modello di sviluppo non solo sostenibile ambientalmente, ma socialmente. Di qualità, fondato sui diritti e la solidarietà. Tutto questo non c’è nella legge di bilancio di Draghi. Ecco perché va cambiata. Con la Controfinanziaria di Sbilanciamoci le associazioni e i movimenti che ne fanno parte lanciano la sfida di proposte che sono concretamente realizzabili, finanziariamente sostenibili. E di un’economia diversa, che sia giusta.