Siamo tutti colpevoli di avere guardato “El Rincon de Roja Directa”
Se Miguel TG è un criminale, allora lo siamo anche noi
È stato condannato da un tribunale spagnolo a due anni di reclusione, due anni di interdizione dal lavoro informatico e mezzo milione di euro di multa, Miguel TG: per alcuni un criminale, per molti un benefattore. Il fatto è che se Miguel è un criminale, lo siamo anche noi.
Il condannato è infatti il fondatore di “El Rincon de Roja Directa”, il più famoso sito di streaming illegale di partite di calcio (oltre che di basket, formula uno e tutti gli altri sport possibili e immaginabili). “El Rincon de Roja Directa” è oramai un nome cult, sineddoche di un intero mondo che ad oggi conta diverse centinaia di siti, chat, social network, mailing list che permettono – ad esempio a chi non ha soldi – di seguire lo sport gratuitamente (e illegalmente, sia chiaro) sui computer, su telefonini o in televisione.
Il processo, cominciato nel lontano 2015, si è concluso con una condanna per pirateria e illecito sfruttamento della proprietà intellettuale, e arriva dopo il patteggiamento e la decisione dell’imputato di risarcire con mezzo milione di euro la Lega calcio spagnola, l’agenzia di mediazione per i diritti tv Mediapro e altre associazioni varie. Se l’accesso a “El Rincon de Roja Directa” era democratico e gratuito per tutti, con la semplice pubblicità web il buon Miguel avrebbe infatti guadagnato fino a oltre un milione di euro, a dimostrazione, visto quanto poco paga la pubblicità online, che il sito è stato visitato da milioni di utenti che altrimenti non avrebbero potuto guardare una partita di pallone.
Si potrebbe aggiungere che la pirateria aiutando la diffusione di un prodotto aiuta a farne aumentare il valore, o si potrebbe ribadire la necessità della condivisione gratuita di tutte le informazioni possibili (come dei brevetti di medicinali), perché ogni informazione (o scoperta) si nutre delle informazioni (o delle scoperte) precedenti derivate dal lavoro – spesso gratuito – di altre persone, prima che arrivi qualcuno a decidere che a quel punto l’informazione (o il brevetto) è sua e deve farla pagare. O si potrebbe anche immaginare che Miguel abbia deciso di fare vedere a tutti le partite gratuitamente per protestare contro un mondo del calcio devastato da corruzione, plusvalenze, falsi in bilancio e chi più ne ha più ne metta.
Ma anche non fosse andata proprio così, è interessante notare come proprio negli stessi giorni della condanna del fondatore di “El Rincon de Roja Directa” la Fifa abbia lanciato il suo canale gratuito Fifa Plus, in cui mette a disposizione il suo archivio e promette di trasmettere ogni anno decine di migliaia di match. Gratis, appunto, guadagnando solo con la pubblicità online. Come “El Rincon de Roja Directa”.
Inoltre, quella di autoprodurre le immagini è una strada che ogni singola Lega calcio sta cercando di intraprendere (in Italia nel bando scorso per l’assegnazione dei diritti tv 2021-24 l’eventuale canale della Lega avrebbe avuto la precedenza su ogni terza parte, nel prossimo probabilmente ci sarà), adducendo come motivazione che altrimenti i broadcaster guadagnano troppo. Almeno qui siamo sicuri che noi spettatori colpevoli siamo stati mossi dalle stesse intenzioni: guardare gratis le partite perché altrimenti i padroni del calcio guadagnano troppo.
Aggiornamento 17 maggio 2022 – Una versione precedente di questo articolo faceva erroneamente riferimento al sito “Rojadirecta” anziché a “El Rincon de Roja Directa”, oggetto della condanna di cui si parla. Ce ne scusiamo con il fondatore del sito “Rojadirecta”, estraneo ai fatti, e con i nostri lettori e le nostre lettrici.