Euro digitale o contante? Il futuro dei pagamenti in Europa

L’euro digitale affiancherà i contanti, ma emergono rischi di esclusione finanziaria, sicurezza informatica e dipendenza dalla tecnologia

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L’euro digitale è un tema sempre più centrale nel dibattito economico e finanziario. Ma cosa significa davvero l’introduzione di una Cbdc, ovvero di una moneta digitale emessa dalla Banca Centrale Europea? Quali sono le implicazioni per le banche, i consumatori, la privacy e l’intero sistema economico?

Questa serie di articoli esplora il tema da diverse prospettive:

L’evoluzione tecnologica sta trasformando il nostro modo di pagare e interagire con il denaro. L’euro digitale sarà un’opportunità o una sfida per cittadini e imprese? Ti invitiamo a leggere tutti gli articoli della serie per comprendere meglio un cambiamento che potrebbe influenzare la vita di tutti noi.


Se da parte del sistema bancario e finanziario l’euro digitale presenta alcune preoccupazioni, lo stesso avviene per clienti e pubblico in generale. La principale è probabilmente legata all‘idea che l’euro digitale possa sostituire le banconote, con tutto quello che potrebbe comportare. Prima di tutto per le le persone in difficoltà nell’utilizzare dispositivi tecnologici. O per quelle senza accesso ai servizi finanziari o a un conto corrente.

Senza contante, una fetta della popolazione rischierebbe di essere tagliata fuori da ogni possibilità di fare acquisti. Ma, molto più banalmente, che succede se mi rubano il telefonino? Per questo, in ogni sua comunicazione, la Bce ripete che l’euro digitale andrà ad affiancare e in nessun modo a sostituire le banconote. Rappresenterà unicamente una possibilità in più per pagamenti e acquisti.

Se il contante sparisce del tutto non potrà più essere la soluzione di emergenza

Ma il rischio non è unicamente quello di un digital divide in cui alcuni potrebbero essere esclusi dai servizi finanziari di base. Ma anche il moltiplicarsi di truffe, furti di identità e altri attacchi informatici. Proprio quella della sicurezza è sicuramente una della questioni più rilevanti. Non tanto o non solo a livello di utilizzatore singolo, quanto sistemico.

Per capire tali problematiche, basta guardare a cosa sta succedendo in Paesi che avevano intrapreso un deciso percorso verso l’abbandono del contante, come Svezia e Norvegia. Con quello che è stato definito un rapido quanto profondo ripensamento, a ottobre 2024 il governo norvegese ha emanato una norma che prevede multe per i commercianti che non accettano pagamenti in contanti.

Il ministro della Giustizia e della Pubblica sicurezza ha raccomandato a tutti i cittadini di tenere del contante a disposizione. Proprio «a causa delle vulnerabilità ai cyber-attacchi dei sistemi di pagamento digitale». Le preoccupazioni sono legate in primo luogo all’instabilità geopolitica, ma in generale «se nessuno paga o accetta più il contante, lo stesso contante non sarà più una soluzione di emergenza quando arriverà una crisi».

Il paradosso delle banconote

In Europa gli acquisti avvengono sempre più in modalità cashless, ma il contante continua ad avere un ruolo centrale. Anzi, se da una parte diminuiscono le transazioni in contante, dall’altra circolano sempre più banconote. È quello che la Bce ha definito il “paradosso delle banconote”.

L’apparente paradosso si spiega ricordando le tre funzioni di una moneta: misura di valore (che è ovviamente la stessa per euro digitale e contante); mezzo di scambio (ovvero pagamenti, e qui si va in maniera decisa sempre più verso il digitale); riserva di valore (e qui al contrario le persone vogliono tenersi una riserva di banconote). In altre parole, se la digitalizzazione della finanza e dei sistemi monetari sembra inevitabile, sembra proprio che le care vecchie banconote nascoste sotto il materasso continueranno a essere una realtà anche nel prossimo futuro.