Gas naturale, l’Ue approva 32 nuovi mega-progetti
Via libera dell'Europarlamento a fondi comunitari per gasdotti e sistemi di stoccaggio. Ira degli ecologisti: un ostacolo agli obiettivi climatici
Il gas naturale non può essere considerata una fonte energetica “di transizione”. Soprattutto se ciò implica la costruzione di nuovi impianti. Le associazioni ambientaliste di tutto il mondo l’hanno ripetuto ad ogni summit, conferenza, manifestazione. Per quanto, infatti, esso sia decisamente meno nocivo per il clima rispetto a carbone e petrolio, non lo è abbastanza per centrare gli obiettivi che si è fissata la comunità internazionale.
EU has voted yes to spending €29 billion on 32 major gas infrastructure projects that “will lock Europe into burning fossil fuels for generations.”
So much for declaring a “climate emergency”…. https://t.co/mkMAvO6z4c— Greta Thunberg (@GretaThunberg) February 12, 2020
L’Ue deve diminuire consumi elettrici e emissioni di gas serra
Se vorremo mantenere la crescita della temperatura media globale entro i limiti massimi indicati dagli scienziati per evitare una catastrofe climatica, l’unica strada possibile è quella che passa per le rinnovabili. Oltreché, ovviamente, per una mobilità, un’agricoltura e dei sistemi industriali sostenibili. Nel suo ultimo rapporto intitolato “Emission Gap”, l’agenzia Onu per l’Ambiente (UNEP) ha spiegato che per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, occorrerà abbassare le emissioni di gas a effetto serraGas che compongono l’atmosfera terrestre. Trasparenti alla radiazione solare, trattengono la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera, dalle nuvole.Approfondisciin modo estremamente più deciso. «È necessario – si legge nel documento – un calo del 7,6 per cento all’anno da qui al 2030».
Approfondimento
20 multinazionali dell’oil & gas producono da sole il 30% delle emissioni
Calcolato per la prima volta l'impatto dei big dell'oil & gas. Una manciata di loro basta a compromettere il clima mondiale. E molti "cattivi" sono pubblici
Ciò nonostante, il 12 febbraio scorso, il Parlamento europeo ha votato a favore del finanziamento di 32 nuove infrastrutture legate allo sfruttamento del gas. Principalmente terminali per il gas naturale liquefatto (LNG), sistemi di stoccaggio e gasdotti. In termini tecnici, tali progetti sono stati inseriti nella lista di quelli considerati “di interesse comune”. E, per questo, ammessi ad accedere ai fondi comunitari. Un elenco che fu proposto dalla precedente Commissione europea, guidata dal lussemburghese Jean-Claude Juncker.
Nell’elenco anche il contestato gasdotto TAP
«Puntando sul gas – ha commentato senza mezzi termini Marie Toussaint, eurodeputata dei Verdi – il Parlamento europeo sceglie di preservare le energie fossili. Una nostra proposta alternativa è stata tuttavia sostenuta da 169 deputati. Partiremo da qui per continuare a reclamare investimenti coerenti con la strategia climatica che l’Europa si è data».
Nella lista dei progetti considerati “di interesse comune” figura, tra gli altri, il TAP. Ovvero il gasdotto trans-adriatico che attraverserà Italia, Albania e Grecia e che è già stato oggetto di fortissime contestazioni da parte delle associazioni ambientaliste. Allo stesso modo, verranno finanziari il terminal di gas naturale liquefatto di Shannon, in Irlanda, concepito per importare gas dagli Stati Uniti. Il terminal galleggiante, sempre per LNG, sull’isola turistica di Krk in Croazia o ancora il gasdotto Eastmed che dovrebbe collegare Israele a Cipro e alla Grecia.
Approfondimento
Gli obiettivi climatici Ue minacciati da 117 miliardi di fondi per il gas fossile
Gli investimenti, pubblici e privati, riguardano soprattutto 7 Stati europei (Italia inclusa). Se confermati, saranno una pietra tombale sulle speranze di una Ue "carbon neutral"
«29 miliardi di euro sprecati sostenendo i nuovi progetti per il gas»
Progetti che dovrebbero consentire di aumentare la capacità di produzione di energia elettrica di circa 338 Gigawattora, rispetto ai circa duemila già esistenti in Europa. Il tutto in un periodo in cui l’Unione europea è chiamata a diminuire il consumo del 29% di qui al 2030.
Hi Pascal
Calling a victory that you and @RenewEurope supported 32 gas projects which are locking Europe into burning fossil fuels for generations is just outrageous.
Feel confident enough to acknowledge you voted against climate urgency. https://t.co/q8pC3shByw https://t.co/zYidfyzx4k
— Maxime Combes (@MaximCombes) March 3, 2020
Il fatto che si tratti di progetti inutili è stato d’altra parte confermato da un rapporto dello studio di consulenza francese Artelys, commissionato dalla European Climate Foundation. Secondo l’analisi, i nuovi investimenti nel settore del gas non sono necessari dal punto di vista della sicurezza energetica, poiché le infrastrutture esistenti sono già sufficienti per rispondere alla domanda. Le scelte del Parlamento europeo si tradurranno perciò in uno spreco di fondi pubblici pari a 29 miliardi di euro.