Finanza e paradossi: «Negli Stati Uniti troppo lavoro, mercati inquieti»

Negli Usa i dati sull'occupazione sono migliori del previsto. Una buona notizia, ma i mercati non sono contenti. I perché di un assurdo

Gli analisti finanziari sono preoccupati perché negli Stati Uniti c'è troppa occupazione. L'ultima frontiera di una finanza autoreferenziale e pericolosa © francescoch/iStockPhoto

La finanza è uno strumento al servizio dell’economia. L’economia va meglio del previsto. Quindi la finanza deve rispondere positivamente. Semplice no? A scuola ci hanno spiegato che fu Aristotele, circa 2.400 anni fa, a introdurre il concetto di sillogismo. Una forma di ragionamento dimostrativo del tipo: A è più piccolo di B, B è più piccolo di C, quindi A è più piccolo di C.

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Se per i mercati troppa occupazione è un problema, il problema, forse, sono i mercati

Parlando di finanza, però, le cose non sono cosi lineari. Anzi. A segnalarlo è un’analisi del quotidiano francese Les Echos che inizia cosi: «L’economia americana va troppo bene per la Borsa». In breve, a settembre negli Stati Uniti sono stati creati 336mila nuovi posti di lavoro, un dato molto più alto delle aspettative. E questo, anche se ci dovrebbe aspettare il contrario, è un problema.

L’occupazione che va meglio del previsto potrebbe comportare infatti maggiori consumi. Il che potrebbe spingere al rialzo l’inflazione, mentre da mesi le Banche centrali continuano ad aumentare i tassi di interesse per provare a frenarla. Di conseguenza, i mercati finanziari hanno reagito male alla notizia sull’occupazione. Secondo alcuni analisti intervistati dal quotidiano, l’aumento dei posti di lavoro oltre le previsioni sarebbe «una cattiva notizia sia per i mercati sia per la Fed». E «a lungo termine potrebbe essere una cattiva notizia per l’economia». 

È la prova che la finanza non è al servizio dell’economia

Sembra il mondo all’incontrario. Perché se occupazione ed economia vanno bene la finanza si muove in direzione opposta? Dov’è che il sillogismo riportato all’inizio non funziona? Il problema è nella prima affermazione: «La finanza è uno strumento al servizio dell’economia». Se si lascia cadere questa ipotesi, il ragionamento diventa più chiaro. Se la finanza da strumento diventa un fine, se è completamente scollegata dalla cosiddetta “economia reale”, tutto torna.

Il sistema finanziario non ha come obiettivo il sostegno dell’economia e dell’insieme della società, ma unicamente quello di inseguire il massimo profitto nel minore tempo possibile. Con l’aumento dell’occupazione e l’economia che tira, anche i profitti delle imprese dovrebbero andare bene e garantire agli investitori buoni dividendi e rendimenti. Ma su un’orizzonte di mesi o forse di anni. Nel brevissimo termine il rischio è che un aumento dei tassi di interesse della Banca centrale porti a una diminuzione del prezzo di alcuni asset finanziari. E i mercati reagiscono di conseguenza.

Un ribaltamento totale di valori e di rapporti di forza

Ma c’è di più. Come segnalato da alcuni analisti, il calo sui mercati finanziari potrebbe successivamente avere impatti negativi sull’economia. In altre parole, non solo la finanza ha perso di vista il proprio scopo sociale di essere uno strumento al servizio dell’economia, ma il rapporto causa-conseguenza si è ribaltato.

«Il lato positivo è che almeno i salari non aumentano troppo»

L’occupazione cresce, i mercati si preoccupano e questo a cascata potrebbe portare a un peggioramento dei fondamentali dell’economia. In questo quadro, non stupisce allora che nello stesso articolo si riportino altre dichiarazioni di operatori sui mercati finanziari secondo i quali «il lato positivo è che l’aumento dei salari è rimasto stabile». E anche che il tasso di disoccupazione è invariato. L’economia va bene, insomma, ma non troppo. Dunque c’è ancora speranza. 

Oltre al sillogismo, sempre gli antichi greci hanno introdotto il concetto di paradosso. Un ragionamento che appare corretto ma porta a una contraddizione logica. Ecco, una finanza distaccata dalla società in cui opera e di cui dovrebbe essere al servizio, che va in difficoltà quando l’economia va bene, e che per questo potrebbe causare problemi alla stessa economia, ne è un esempio fin troppo evidente. Questo sistema finanziario quotidianamente mette in scena il più gigantesco paradosso della storia moderna.