La finanza sostenibile conquista anche le Banche Centrali
I fenomeni legati al cambiamento climatico e allo sfruttamento delle risorse ambientali sono considerati sempre più rilevanti per la stabilità dei sistemi finanziari
La sostenibilità è entrata a pieno titolo nelle strategie d’investimento degli operatori finanziari. L’attenzione per la condotta socio-ambientale e la buona governance delle aziende in cui si investe è legata alla crescente consapevolezza secondo cui questi elementi incidono positivamente sulla riduzione dei rischi e sulle performance di lungo periodo.
Ma la sensibilità per i temi ESG sta coinvolgendo anche le Banche Centrali: soprattutto i fenomeni legati al cambiamento climatico e allo sfruttamento delle risorse ambientali sono considerati sempre più rilevanti per la stabilità dei sistemi finanziari.
Dalla Banca d’Inghilterra alla Federal Reserve
Tra i primi a mettere in guardia i mercati sull’emergenza climatica è stato Mark Carney, governatore della Banca d’Inghilterra, che in un celebre discorso al Lloyd’s del 2015 ha parlato dei rischi per le imprese assicuratrici.
Da allora molti altri attori si sono mossi: ad aprile Carney e l’omologo francese Francois Villeroy de Galhau hanno pubblicato un articolo in cui invitano operatori finanziari e banche centrali a compiere maggiori sforzi per valutare i rischi posti dal cambiamento climatico. Anche la Federal Reserve è attenta al tema.
Anche Banca d’Italia parla di investimenti sostenibili
Di recente Banca d’Italia ha annunciato di aver aumentato il peso attribuito ai fattori di sostenibilità ambientale e sociale nelle strategie d’investimento. La nuova posizione è stata illustrata dal governatore Ignazio Visco lo scorso 21 maggio a Roma, in occasione dell’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile. In un discorso che è destinato a dare un apporto incisivo al mercato italiano della finanza sostenibile, Visco ha analizzato i possibili rischi del cambiamento climatico sulla stabilità economico-finanziaria europea e ha ribadito il ruolo cruciale della finanza, accanto a quello del settore pubblico, nel favorire la transizione verso modelli produttivi più sostenibili: «Potrà farlo in modo efficace– ha spiegato Visco – se anche gli intermediari terranno conto dei fattori di sostenibilità nei sistemi di governo societario e nelle loro strategie di gestione dei rischi e di investimento».
Nell’informativa che accompagna l’annuncio, l’istituto finanziario ha spiegato i motivi di questa scelta: anzitutto, la precisa volontà di contribuire allo sviluppo economico sostenibile del Paese, sostenendo gli attori più virtuosi e innovativi del tessuto imprenditoriale. Seconda ragione: le imprese che adottano modelli di business in linea con i temi ESG sono più efficienti e meno vulnerabili ai rischi legali, reputazionali e operativi (es: i danni materiali alle infrastrutture provocati da eventi climatici estremi). Pertanto, conclude l’istituto di Via Nazionale, i titoli sono più redditizi e “più interessanti” per gli investitori.
Due strategie di investimento sostenibile
Le strategie d’investimento sostenibile adottate sono di due tipi:
- Esclusioni, sulla base dei settori non conformi ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite, come tabacco, armi nucleari, chimiche e biologiche;
- Best in class, in base ai rating ESG elaborati da una società terza.
L’approccio SRI (da Sustainable and Responsible Investment) è applicato agli investimenti che riguardano i fondi propri della Banca e, in particolare, le azioni emesse da aziende dell’area euro, per un valore di 8 miliardi di euro (il 6% degli investimenti finanziari in euro). Concretamente, il completamento del passaggio alla nuova strategia di gestione entro il primo semestre del 2019 ridurrà l’impatto ambientale dei portafogli d’investimento in termini di gas climalteranti (-23%) e di consumo energetico e idrico (rispettivamente, -30% e -16%).
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Banche centrali contro il cambiamento climatico
L’avvicinamento delle banche centrali ai temi e agli approcci della finanza sostenibile sta diventando un movimento globale. All’inizio del 2018 l’High Level Expert Group on Sustainable Finance della Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di porre la finanza sostenibile al centro dei vertici del G20 e del G7, sotto la guida delle banche centrali e dei ministri delle finanze dei Paesi membri.
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Già nel 2017 in occasione del One Planet Summit di Parigi le banche centrali di 8 Paesi (Cina, Francia, Germania, Marocco, Messico, Olanda, Singapore e UK) avevano istituito la rete Greening the Financial System, con l’obiettivo di sostenere la transizione verso modelli di sviluppo in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigisul clima e di incrementare gli investimenti in progetti con ricadute positive sull’ambiente.
Oggi l’iniziativa conta 36 istituti finanziari aderenti in cinque continenti; dal 2018 è membro anche Banca d’Italia. Ad aprile il network ha pubblicato il report Call to Action – The Climate of Financial Riskper fare il punto sul primo anno e mezzo di attività: nel documento si sottolinea che gli impatti finanziari del rischio clima non sono ancora adeguatamente tenuti in considerazione nelle valutazioni degli asset. Il report formula sei raccomandazioni rivolte a banche centrali, istituti finanziari, autorità di vigilanza e decisori politici. Tra le linee d’azione menzionate: integrare i criteri ESG nei portafogli d’investimento, includere i rischi climatici nella regolamentazione sui requisiti patrimoniali minimi, favorire la circolazione di dati, migliorare qualità e comparabilità a livello internazionale delle rendicontazioni sui rischi climatici e sostenere l’introduzione di una tassonomia delle attività eco-compatibili (un’iniziativa in corso a livello europeo).
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Europa e clima: il contributo della BCE
Anche la Banca Centrale Europea(BCE) si è recentemente espressa sul cambiamento climatico: nell’ambito della revisione sulla stabilità finanziaria, l’istituto di Francoforte ha sottolineato l’importanza dei rischi fisici sulla stabilità dei mercati, con particolare attenzione per le imprese assicuratrici. Infatti, con l’intensificarsi dei fenomeni climatici acuti aumentano anche i rischi di perdite nelle aree geografiche più esposte: l’80% delle perdite del settore assicurativo nel 2018 è dovuto a eventi atmosferici catastrofici. La BCE ha quindi invitato il settore a dotarsi di strategie di adattamento e a sviluppare nuovi modelli per migliorare la capacità di previsione e la gestione dei rischi. In generale, la BCE ha sottolineato l’importanza di disporre di dati più efficaci e maggiormente comparabili.
Il fatto che le Banche Centrali stiano iniziando ad adottare strategie SRI rappresenta un segnale molto forte per il settore della finanza sostenibile, evidenziando quanto esso sia diventato strategico per la stabilità dei mercati finanziari.