In Italia è boom per gli investimenti sostenibili. Tassi di crescita anche a tre cifre

Presentati i dati italiani: 1.500 miliardi di euro nel 2017 gli investimenti che escludono attività come armi, tabacco e gioco d'azzardo, il triplo di 2 anni prima

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1.500 miliardi di euro di investimenti sostenibili, che escludono attività controverse (come armi, tabacco e gioco d’azzardo). Questa la cifra record registrata l’anno scorso, il triplo di due anni prima. È  solo uno dei dati presentati ieri a Milano all’interno della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile, organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile. Dati elaborati da Eurosif (l’associazione che raggruppa i Forum nazionali europei che promuovono la finanza sostenibile) con  l’università di Anversa. Un’anticipazione dei dati europei che verranno presentati il 26 novembre a Bruxelles.

Volano tutte le 7 strategie di investimento responsabile

«Non è possibile fornire una cifra complessiva degli investimenti sostenibili in Europa, perché ci sono diverse strategie di investimento, 7 quelle categorizzate da Eurosif, che in alcuni casi si sovrappongono – spiega Francesco Bicciato nella sua presentazione – Per questo è necessario osservare ogni strategie di investimento responsabile singolarmente. Dall’analisi di Eursif sull’evoluzione degli ultimi due anni, emerge che praticamente tutte le strategie hanno registrato una crescita significativa, in alcuni casi una vera impennata».

Il mercato italiano degli investimenti sostenibili e responsabili, nella slide proiettata il 21 novembre durante la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile

 

Al primo posto svettano le strategie di esclusione,  che escludono, appunto, interi settori dalle scelte di investimento, come armi, tabacco e gioco d’azzardo). Come detto sopra, in due anni sono quasi triplicate, passando da circa 570 miliardi di euro nel 2015 a quasi 1.500 miliardi nel 2017. 

In termini di incremento percentuale, invece, la crescita maggiore è stata registrata dalle strategie di engagement e voto, quelle cioè in cui gli investitori attivano un dialogo con le imprese in cui investono e votano alle assemblee degli azionisti, per orientare le politiche aziendali verso una maggiore sostenibilità. Questo segmento è passato da 43 miliardi di euro del 2015 a 135 di due anni fa (+213%).

Una crescita sopra ogni aspettativa per gli investimenti tematici, quelli che si concentrano su un determinato tema (come per esempio le energie da fonti rinnovabili): le cui masse gestite sono passate da oltre 2 miliardi di euro nel 2015 a sfiorare i 53 miliardi nel 2017.

Crescono anche le strategie best in class, che non escludono nessun settore, ma per ciascuno selezionano le aziende con il profilo di sostenibilità migliore. Sono salite da 4 a 58 miliardi di euro in due anni.

In aumento anche le strategie che integrano i criteri ESG (ambientali, sociali e di buona governance) in ogni fase del processo di investimento: da 45 a 70 miliardi di euro.

In crescita anche l’impact investing che ha raggiunto i 52 miliardi nel 2017, da meno di 3 del 2015. “Il dato dimostra una continua crescita dell’interesse degli operatori finanziari a coniugare rendimenti in linea con il mercato e impatto socio-ambientale positivo.

L’unica strategia in flessione è quella basata su convenzioni internazionali, in linea con la tendenza europea. Nonostante ciò rimane la terza più diffusa in Italia, con circa €106 miliardi di masse.