I fondi sostenibili finiscono nel mirino delle autorità USA
Fondi sostenibili che tanto sostenibili potrebbero non essere. Il mercato ESG cresce, ma i "falsi" restano un problema. Adesso indaga anche la SEC USA
Fondi sostenibili autentici o discutibili operazioni di facciata? Il dubbio agita clienti e operatori. Sempre più attenti – almeno a giudicare dai numeri – alle offerte dei prodotti ESG. I titoli finanziari rispettosi dell’ambiente, dell’impatto sociale e della corretta gestione d’impresa (Environmental, Social Governance). Ma la novità, adesso, è che ad occuparsi della questione ci si è messa direttamente la SEC. Ovvero la massima autorità di controllo del mercato finanziario statunitense.
L’indagine, ha riferito il Wall Street Journal, sarebbe partita dagli uffici di Los Angeles e punterebbe a vivisezionare i criteri adottati dai gestori per selezionare gli investimenti. Che poi sono notoriamente il principale nodo del contendere nel panorama degli asset green o presunti tali.
Sotto la lente della SEC
«In una lettera inviata all’inizio di quest’anno a un gestore di investimenti con offerte ESG – scrive il quotidiano statunitense – la SEC ha chiesto un elenco dei titoli suggeriti ai clienti». Nella stessa missiva, visionata dal Wall Street Journal, le autorità chiedono anche dettagli sui modelli usati per giudicare quali società siano responsabili dal punto di vista ambientale o sociale. Oltre alle cifre che emergono nelle classifiche di rendimento degli investimenti.
Il numero dei fondi sostenibili sotto scrutinio non è noto. Ma di certo non si tratta di un’indagine recente. Lo scorso anno, sostiene ancora il WSJ, la SEC aveva mandato lettere del tutto simili ai gestori di altri fondi. E ora, a quanto pare, vorrebbe approfondire la questione. Gli esaminatori della SEC non hanno il potere di comminare sanzioni. Ma possono girare il materiale raccolto ai funzionari competenti dello stesso organo di controllo che, a quel punto, valuterebbero la possibilità di aprire un’inchiesta formale. Ad oggi, in ogni caso, non si hanno notizie di simili provvedimenti.
Sospetto greenwashing
Il sospetto della SEC ovviamente è che alcuni fondi sostenibili possano aver incluso asset incompatibili con i criteri ESG. L’ipotesi, in altre parole, è che gli investimenti proposti possano essere in realtà controversi. E che la loro presunta sostenibilità rappresenti in massima parte una mera operazione d’immagine. Il fenomeno è noto dagli anni ’80 come greenwashing. Concetto elaborato inizialmente per contestare le discusse campagne pubblicitarie pro ambiente dell’industria fossile e successivamente esteso al mondo degli investimenti responsabili. Dove, come ricorda una recente ricerca di Morningstar, gli esempi di maquillage etico non mancano di certo.
Secondo l’ultimo rapporto della Global Sustainable Investment Alliance (GSIA), ad aprile 2019 gli investimenti globali degli investitori ESG e dei fondi sostenibili ammontavano a 30,7 trilioni di dollari (+34% rispetto a due anni prima), circa un terzo del Pil mondiale. Ma è proprio l’espansione del settore a rendere il problema ancora più pressante. In questo quadro, ha sostenuto ad esempio il docente della Harvard Business School George Serafeim, «gli incentivi al greenwashing da parte dei manager sono sempre più forti».
Quali criteri per i fondi sostenibili?
Il rischio di proliferazione di falsi investimenti ESG, spiegava lo stesso Serafeim, sarebbe una diretta conseguenza della carenza di criteri condivisi nella definizione di cosa sia veramente sostenibile. La SEC, ricorda ancora il Wall Street Journal, avrebbe chiesto ai gestori se stessero adottando o meno, in particolare, le linee guida elaborate dall’ONU sugli investimenti responsabili.
Il tema delle definizioni condivise è al centro del dibattito anche in Europa, primo mercato al mondo per i fondi sostenibili e gli investimenti ESG con un valore di oltre 14 mila miliardi di dollari. Nei giorni scorsi Parlamento, Consiglio e Commissione UE hanno trovato un accordo sul regolamento continentale destinato a definire gli investimenti responsabili. I dettagli tecnici saranno elaborati ora dalla Commissione che dovrebbe concludere i suoi lavori entro la fine del 2020.