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Fukushima, 40 anni per smantellare il sito

A cinque anni dalla catastrofe nucleare, il Giappone ha fatto sapere di voler creare un team internazionale di esperti, tra cui in particolare francesi e ...

Aree per le quali sono stati emessi ordini di evacuazione (1 ottobre 2014). Fonte: "Fukushima disaster: Ongoing nuclear crisis The Failure of radioactive decontamination in Iitate"

A cinque anni dalla catastrofe nucleare, il Giappone ha fatto sapere di voler creare un team internazionale di esperti, tra cui in particolare francesi e statunitensi, con l’obiettivo di sviluppare nuove tecnologie per cercare di recuperare il combustibile fuso dei reattori danneggiati presso la centrale di Fukushima. A spiegarlo, secondo quanto riferito dall’agenzia Afp, è stato il ministro nipponico delle Scienze e delle Tecnologie, che ha annunciato un lavoro comune con il dipartimento di Energia degli Usa e con l’Agenzia nazionale per la ricerca francese.

 

Aree per le quali sono stati emessi ordini di evacuazione (1 ottobre 2014). Fonte: "Fukushima disaster: Ongoing nuclear crisis The Failure of radioactive decontamination in Iitate"
Aree per le quali sono stati emessi ordini di evacuazione (1 ottobre 2014). Fonte: “Fukushima disaster: Ongoing nuclear crisis The Failure of radioactive decontamination in Iitate”

 

«Si tratta – ha spiegato – di ricerche fondamentali per consentire lo smantellamento della centrale». Il progetto costerà la cifra gigantesca di 24 miliardi di euro (3 mila miliardi di yen): con esso si spera di trovare una soluzione per i reattori numero 1 e 3 del sito nucleare, che ad oggi devono essere continuamente raffreddati (con immense quantità di acqua utilizzata, che successivamente occorre decontaminare).

 

L’estrazione del combustibile rappresenta la fase più complessa e lunga delle operazioni di smantellamento. Secondo quanto spiegato dall’agenzia di stampa francese ci vorranno 40 anni per completare l’opera. Ciò nonostante, il governo di Tokyo non vuole percorrere la strada scelta nel caso del disastro di Chernobyl: in quel caso la soluzione definitiva fu la costruzione di un “sarcofago” attorno al reattore esploso nel 1986.