Fukushima, l’AIEA: «Rigettare l’acqua in mare»
Secondo l'agenzia internazionale, una soluzione per il problema del liquido stoccato nelle cisterne è quella di riversarla in mare dopo un trattamento parzialmente decontaminante.
Nel corso di una nuova missione, l’Agenzia internazionale per l’Energia atomica (AIEA) ha insistito sulla possibilità di rigettare in mare l’acqua decontaminata della centrale nucleare di Fukushima . Parlando alla stampa, il direttore dell’organismo, Juan Carlos Lentijo , ha detto di aver constatato dei progressi significativi sul sito, dopo l’ultima visita effettuata nel 2013. In particolare, le operazioni di bonifica avrebbero consentito di ridurre il livello delle radiazioni , pur affermando che la situazione resta molto complessa.
A complicare le cose c’è il livello di acqua contaminata stoccata all’interno di numerose cisterne, la cui tenuta non offre tutte le garanzie volute. Ad oggi le gigantesche riserve utilizzate per conservare il liquido sono circa un migliaio. Per questo l’AIEA consiglia di rigettare l’acqua in mare, dopo averla sottoposta ad un trattamento che consente di eliminare una parte degli elementi radioattivi.
Ma la decontaminazione, stanti le tecnologie disponibili, non consente di effettuare una bonifica completa. L’acqua resterebbe contaminata dal trizio, che attualmente non è estraibile. Secondo Lentijo, l’impatto ambientale sarebbe irrilevante, ma è facile immaginare che la dichiarazione possa suscitare le reazioni del mondo ambientalista.