Germania: Generali cede le polizze vita a un fondo “zombie”. Un’operazione record

Generali Deutschland cede un terzo delle riserve "vita" allo "spazzino" Viridium. Per la compagnia assicurativa è una scelta strategica. Ma politici e consumatori insorgono.

Mauro Meggiolaro
Mauro Meggiolaro
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«Ridisegnare il portafoglio» e «ridurre il rischio». Sono questi i motivi della maxi-operazione di Generali sulle polizze vita in Germania, portata a termine il 5 luglio scorso. Dalla vendita di “Generali Leben”, la compagnia assicurativa di Trieste (la terza per patrimonio in Europa) incasserà circa 1,9 miliardi di euro, con una plusvalenza al lordo delle imposte di 275 milioni di euro. «Un passo fondamentale nel percorso strategico che abbiamo delineato per rafforzare il gruppo», ha dichiarato l’amministratore delegato Philippe Donnet. E se la cessione riguarda solo un terzo delle riserve “vita” di Generali Deutschland, il valore dei contratti ceduti (37,1 miliardi di euro) e il loro numero (circa 4 milioni) rappresentano un record in Germania.

Tecnicamente le operazioni di questo genere si chiamano “run-off” (liquidazioni) e, nel caso delle polizze vita, negli ultimi anni sono effettuate in misura crescente perché, a causa dei bassissimi tassi di mercato, le compagnie assicurative fanno sempre più fatica a pagare gli interessi garantiti (fino al 4%) pattuiti nei vecchi contratti di assicurazione sulla vita che arrivano a scadenza. Inoltre, le polizze con garanzie di lungo periodo assorbono troppo capitale di vigilanza e quindi è doppiamente vantaggioso liberarsene.

La calata dei fondi zombie

Ma chi compra contratti così onerosi? Nel caso di Generali l’acquisto è stato fatto da Viridium, un gruppo tedesco specializzato nel ramo “vita” controllato dal fondo di private equity Cinven (80%) e dalla compagnia di riassicurazione Hannover Rück. A Viridium saranno trasferiti anche 300 dipendenti del gruppo Generali, che manterrà comunque il 10% della società ceduta. Viridium è tecnicamente una “piattaforma di liquidazione”, specializzata esclusivamente nella gestione di vecchi contratti, di cui incassa i premi e liquida le somme dovute alla scadenza senza però investire risorse (come fanno invece tutte le compagnie assicurative) per l’acquisizione di nuovi clienti o il lancio di nuovi prodotti. Questa specializzazione permette agli “spazzini delle polizze vita” come Viridium, Athene, Frankfurter Leben (solo per citare i principali in Germania) di fare comunque profitti nonostante gli alti tassi di interesse pattuiti nelle polizze.

In Gran Bretagna, dove sono attive da oltre vent’anni, le “piattaforme di liquidazione” sono chiamate senza mezzi termini “fondi zombie”: noti per un rapporto piuttosto ruvido con i clienti e per le strategie adottate con lo scopo di ridurre gli importi da liquidare ai clienti.

La politica protesta

Generali ha assicurato che per i suoi (ex) clienti non cambierà nulla dopo la vendita a Viridium. Anzi, gli importi delle liquidazioni potrebbero addirittura aumentare, visto il particolare modello di business delle “piattaforme di liquidazione”, che non hanno costi di pubblicità e sviluppo di nuovi prodotti. Ma le associazioni dei consumatori e alcuni politici non sembrano essere d’accordo.

Il “Bund der Versicherten” (BdV, la federazione degli assicurati) ha dichiarato, con un comunicato stampa di fuoco, che la vendita delle polizze vita di Generali è «il peccato originale nel mercato assicurativo tedesco. Milioni di assicurati verranno trattati come merci».

In particolare, BdV teme che Viridium «utilizzi tutte le possibilità e gli espedienti possibili al fine di ridurre gli importi percepiti dai clienti». «Il problema è l’assoluta mancanza di trasparenza. Per gli assicurati alla fine non è possibile capire se i contratti siano stati liquidati o meno in modo equo, con una adeguata partecipazione alla riserve accumulate».

Lo stesso timore, seppure con toni più morbidi, è condiviso da Gerhard Schick, esperto finanziario dei Verdi in parlamento. «La qualità dei servizi potrebbe peggiorare», ha dichiarato Schick. «In passato il numero di reclami da parte dei clienti è salito in modo significativo in seguito a operazioni di run-off. Ora tocca alla Bafin (l’autorità di vigilanza dei mercati tedesca, ndr) fare la sua parte e analizzare l’operazione in modo accurato, facendo uso al meglio dei poteri di cui dispone».

Uno stop alla cessione da parte della Bafin appare però, al momento, alquanto improbabile. I “fondi zombie”, gli spazzini delle polizze vita, sono ormai parte integrante del mercato assicurativo europeo un po’ come lo sono i pesci “pulitori” negli acquari. A farne le spese, come spesso accade, sono milioni di piccoli assicurati semplici.