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Gli italiani pensano al Pianeta. Ma pochi investono responsabilmente

"Risparmiatori italiani e cambiamento climatico": è la ricerca presentata dal Forum per la Finanza Sostenibile. Gli italiani cambiano le proprie abitudini, non le scelte di investimento

Che esista un legame tra finanza e clima, in particolare, tra scelte di investimento e lotta ai cambiamenti climatici, è ormai accertato. Su Valori.it lo abbiamo ricordato più volte. La finanza può indirizzare capitali verso un’economia a basso impatto ambientale, che cerchi di invertire rotta dall’attuale picchiata verso l’inevitabile crisi climatica. La Commissione europea lo ha dichiarato già da più di due anni.

Ma gli italiani ne sono consapevoli? Cioè pensano al collegamento tra investimenti e ambiente? Se lo è chiesto il Forum per la Finanza Sostenibile. Insieme a BVA Doxa hanno voluto indagare il grado di consapevolezza degli investitori retail italiani rispetto alla rilevanza dei temi ambientali nelle scelte di investimento e la loro propensione a sottoscrivere prodotti SRI (Sustainable and Responsible Investment), gli investimenti sostenibili e responsabili. La ricerca “Risparmiatori italiani e cambiamento climatico” è stata presentata all’evento di apertura della Settimana SRI 2019.

La copertina della ricerca “Risparmiatori italiani e cambiamento climatico” realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile insieme a BVA Doxa

Risultato: gli italiani sono attenti alle tematiche ambientali e hanno anche cambiato le proprie abitudini quotidiane per adottare comportamenti che tutelino il Pianeta. Ma, parlando di investimenti, le cose cambiano: a questa sensibilità ambientale non corrisponde un’adeguata consapevolezza della destinazione finale dei propri investimenti. E la diffusione di prodotti di investimento sostenibile e responsabile è ancora limitata.

Gli italiani pensano all’ambiente

L’uomo è responsabile dei cambiamenti cimartici: è una delle principali considerazioni che emerge dalla ricerca. A pensarlo è  il 91% degli intervistati.

E gli italiani sono anche disposti a modificare le proprie abitudini per salvaguardare l’ambiente. Oltre il 60% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di aver modificato i propri comportamenti in ottica di sostenibilità ambientale. La raccolta differenziata, l’utilizzo di lampadine LED e la riduzione degli sprechi. Sono le principali buone prassi messe in campo dagli italiani.

I rischi collegati al cambiamento climatico

Le emergenze ambientali che preoccupano di più sono l’aumento delle temperature e il conseguente scioglimento dei ghiacciai, insieme all’inquinamento atmosferico e marino.

E i principali rischi per l’economia collegati al cambiamento climatico riguardano i danni alla salute e all’incolumità delle persone (per il 70% degli intervistati); seguono i danni alle produzioni agricole e le migrazioni, citati rispettivamente dal 62% e dal 45%. Agricoltura, settore alimentare ed energia sono i settori economici considerati maggiormente esposti agli effetti del cambiamento climatico.

Chi deve intervenire?

Per fronteggiare l’emergenza climatica, secondo un risparmiatore su due occorre inasprire le sanzioni alle aziende e introdurre pene non solo pecuniarie, ma anche detentive. Il 33% degli intervistati ritiene che siano le istituzioni europee le principali deputate alla prevenzione del rischio ambientale; seguite dai produttori energetici e dalle istituzioni nazionali (citati, rispettivamente, dal 18% ed dal 17% dei risparmiatori). L’11% degli intervistati, invece, attribuisce un ruolo primario nella salvaguardia ambientale alle organizzazioni finanziarie nazionali (in particolare, banche e assicurazioni).

In questo contesto, le nuove normative e le certificazioni obbligatorie connesse agli aspetti ambientali incideranno sensibilmente sull’economia e sulla finanza secondo il 30% dei risparmiatori.

Investimenti e ambiente

L’ambiente interessa gli italiani anche quando pensano a dove investire i propri risparmi.

Un risparmiatore su tre, infatti, considera rilevanti i temi ambientali: il 31% è disponibile ad aumentare le masse investite in prodotti finanziari attenti a questi aspetti.

Tuttavia, indipendentemente dal grado di sensibilità ambientale, quasi il 60% degli intervistati concorda sul fatto che le tematiche ESG non sono tenute nella giusta considerazione da parte degli operatori bancari e finanziari, benché accrescano i profitti secondo il 47% dei risparmiatori e riducano i rischi secondo il 37%.

Ma pochi investitori in Sri

Pochi però investono in prodotti finanziari sostenibili e responsabili (il 13% degli intervistati). La colpa è di una scarsa conoscenza di questi prodotti: il 43% dei risparmiatori non ha mai sentito parlare di prodotti SRI.

I temi ambientali che influenzano maggiormente le scelte di investimento sono: le energie rinnovabili, citate dal 72% degli intervistati, le politiche di risparmio energetico (69%) e l’economia circolare (67%). I sottoscrittori di prodotti SRI accordano grande importanza ai temi ambientali: per il 92% la presenza di politiche a supporto dell’ambiente da parte delle aziende è stata “molto” o “abbastanza” rilevante per la scelta di investimento.

Imprese responsabili? Per gli italiani è greenwashing

La tutela ambientale è il primo tema citato dai risparmiatori quando si parla di responsabilità sociale d’impresa (54%) insieme al rispetto dei diritti umani e sociali (55%); seguite dal welfare aziendale (50%) e dal sostegno finanziario a progetti sociali e ambientali (30%). La conoscenza della responsabilità sociale d’impresa è ancora poco diffusa tra i risparmiatori: solo il 23% dichiara di conoscerla nel dettaglio.

I risparmiatori sono per lo più scettici rispetto all’efficacia di tali politiche: il 48% ritiene che le aziende attuino solo operazioni di facciata che non si traducono in alcuna azione socialmente responsabile.

L’atteggiamento disincantato dei risparmiatori rispecchia quello degli italiani in generale, che — come emerge dai risultati dell’indagine BVA Doxa — nel 40% dei casi considerano le attività di CSR (Corporate Social Responsibility) solo un’operazione di marketing.