A Goldman Sachs non piace la nazionale di Mancini
Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio
Forse i banchieri non sono anarchici, come il misterioso personaggio inventato da Fernando Pessoa, di sicuro però scommettono sugli eventi sportivi. E ogni tanto ci prendono. La migliore guida ragionata alla bolletta su Euro 2020 l’ha pubblicata a fine maggio, e poi aggiornata qualche giorno fa al termine dei gironi di qualificazione, la banca d’affari Goldman Sachs. Un istituto non certo estraneo al calcio, visto che ad esso si rivolgono le più grandi squadre europee per ottenere soldi, individuare acquirenti o trovare creditori: da ultimo il Barcellona che la settimana scorsa ha approvato un rifinanziamento da 525 milioni di euro del debito – che ha oramai superato il miliardo – proprio con la banca newyorkese.
Basandosi su quattro parametri – gli algoritmi del World Football Elo Rating che valuta squadra e giocatori; il momentum delle ultime partite di qualificazione; i match giocati in casa e lo storico delle prestazioni durante i grandi tornei (alcune nazionali forti storicamente s’imballano, altre più deboli fanno bene) – Goldman Sachs a fine maggio ha stabilito che Belgio, Portogallo, Italia e Spagna erano le favorite davanti all’Inghilterra, che Francia e Germania avrebbero faticato e che la Danimarca sarebbe stata la sorpresa arrivando almeno ai quarti.
Non ci è andata molto lontano, poi si è fatta un po’ prendere la mano, disegnando un tabellone in cui il Belgio vinceva la finale sul Portogallo, dopo che le due squadre avevano eliminato in semifinale rispettivamente Spagna e Italia. Detto che il tabellone è poi stato costruito diversamente dalla realtà, e la finale è stata anticipata in un ottavo – per un gol tedesco all’ultimo minuto contro l’Ungheria che nemmeno il più anarchico dei banchieri o il più falso dei poeti avrebbe potuto immaginare – le nuove previsioni dicono questo: la vincente sarà sempre il Belgio, prossimo avversario dell’Italia, o in alternativa la Francia, che sarebbe stata eventuale avversario in semifinale dell’Italia, perché gli algoritmi forse sognano pecore elettriche ma ancora non riescono a immaginare Mbappé che sbaglia un rigore. Seguono Inghilterra, Olanda e Portogallo (già eliminate anche loro), e solo dopo arriviamo noi.
Insomma, a Goldman Sachs agli azzurri di Mancini proprio non vogliono bene, nonostante ci abbiamo dato l’attuale Presidente del Consiglio. O forse proprio per questo. La speranza quindi, per parafrasare il sommo Pessoa, è che come il poeta anche il banchiere sia un fingitore: se così fosse sarebbe tragico per le sorti della nostra economia, ma potrebbe non esserlo per quelle della nazionale. Soldi o pallone, a voi la scelta, entrambi non si possono avere.