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Greenpeace chiede la chiusura di 5 centrali francesi

L'associazione ambientalista punta il dito contro cinque reattori, considerati i più pericolosi sulla base di una serie di criteri che comprendono sicurezza, esposizione a rischi ...

«Perché solamente Fessenheim?». La domanda, firmata Greenpeace, è comparsa ieri mattina, all’alba, sulle facciate della più vecchia centrale nucleare francese, grazie a dei potenti proiettori azionati da una decina di militanti dell’associazione ambientalista. Alla domanda, sono stati affiancati anche i nomi degli altri quattro reattori che andrebbero «chiusi per primi», in ragione della loro vulnerabilità e delle conseguenze economiche potenziali di un eventuale incidente. 

Oltre alla centrale di Fessenheim, dunque, nell’elenco di Greenpeace figurano anche i siti di Blayais, Gravelines, Bugey e Tricastin (tra di esse, le ultime due, situate nelle province di Ain e della Drôme, non distano molto dai confini nord-occidentali italiani). «Per mantenere le proprie promesse, François Hollande deve pianificare la chiusura di almeno 20 reattori di qui al 2020», ha ricordato Sophia Majnoni, responsabile della campagna nucleare per l’associazione. «Per questo – ha proseguito – chiudere la sola Fessenheim sarebbe una manovra politica». 

Il vaglio di Greenpeace si è basato su tre serie di criteri: il livello di sicurezza delle centrali (età, potenza, natura del combustibile utilizzato, ecc.), i rischi legati ad agenti esterni naturali o non naturali (incendi, terremoti, rischi industriali, inondazioni, ecc.) e infine le conseguenze di un eventuale incidente (vicinanza di una frontiera o di una grande città).