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Greenpeace, condannati i militanti che entrarono a Fessenheim

Ai 55 militanti che nello scorso mese di marzo si erano introdotti nella centrale nucleare francese, è stata comminata una pena pari a 2 mesi di reclusione.

  Cinquantacinque militanti di Greenpeace , che nello scorso mese di marzo erano entrati nella centrale nucleare di Fessenheim , in Francia , sono stati condannati a due mesi di reclusione con la condizionale. A deciderlo è stato il tribunale correzionale di Colmar , che ha ritenuto gli attivisti colpevoli di «violazione di domicilio ». Tuttavia, gli stessi giudici hanno archiviato l’accusa di aver danneggiato alcune strutture all’interno dell’impianto, e hanno anche optato per una pena meno dura rispetto alle richieste del procuratore, che aveva proposto tra i tre ed i quattro mesi di reclusione.  

L’iniziativa degli ambientalisti, che miravano a sottolineare la pericolosità della centrale, tra le più vecchie di Francia, si era svolta all’alba del 18 marzo. Gli attivisti, muniti di scale, si erano introdotti nel perimetro della centrale, ed alcuni di loro erano riusciti a raggiungere il tetto di un reattore, con l’obiettivo di dimostrare come fosse facile accedere anche al cuore del sito atomico, con tutto ciò che questo comporta in termini di sicurezza

«Questo dibattito sull’energia nucleare è assolutamente legittimo. Tuttavia, in quanto cittadino e in quanto magistrato, non possono avallare le azioni di Greenpeace, qualora esse risultino illegali», ha spiegato il giudice ai pochi militanti presenti, che avevano rivendicato la «legittimità» dei loro comportamenti.