Gli incendi in California sono il punto di caduta della crisi del settore assicurativo
Gli incendi che stanno colpendo la California mostrano la fragilità del sistema assicurativo. Le autorità provano a correre ai ripari
Si aggrava il bilancio degli incendi che, da ormai una settimana, colpiscono Los Angeles. I morti accertati sono almeno 25, gli sfollati stimati 150mila. In queste ore è stata dichiarata l’emergenza sanitaria per l’aria irrespirabile. Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che si tratta di un disastro senza precedenti e le previsioni meteo non lasciano ben sperare per i prossimi giorni.
L’incendio che ha colpito l’area di Pacific Palisades nell’ultima settimana potrebbe essere il più costoso della storia degli Stati Uniti. Il valore medio di mercato delle 9mila case del quartiere è di più di 3 milioni di dollari. Una stima di AccuWeather ha quantificato i costi dei danni alle proprietà e le perdite economiche in più di 250 miliardi di dollari. Ma le fiamme sono ben lontane dall’essere domate e il prezzo del disastro potrebbe diventare molto più alto.
In questa situazione, la California è diventata il punto di caduta della crisi del settore assicurativo. La crisi climatica ha aggravato i rischi per le compagnie, che hanno risposto ritirandosi dal mercato delle zone più esposte o, più raramente, facendo lievitare le tariffe.
L’esodo delle assicurazioni dalla California
Il grande esodo da Los Angeles era cominciato da tempo. Lo scorso luglio State Farm – il più grande gruppo assicurativo statunitense nei rami di auto, proprietà e responsabilità civile – aveva disdetto 1.600 polizze proprio a Pacific Palisades. Il ricco quartiere, situato tra le coste del Pacifico e le montagne di Santa Barbara, da una settimana brucia senza sosta. L’area era già stata indicata come una delle cinque più a rischio del sud della California. La stessa agenzia assicurativa, nel corso del 2024, ha annullato più di duemila polizze nei quartieri Brentwood, Calabasas, Hidden Hills e Monte Nido. Sempre l’anno scorso sono state 72mila le case e gli appartamenti che, in California, hanno perso la copertura da parte di State Farm. Il commissario alle Assicurazioni Ricardo Lara ha invocato poteri di moratoria per sospendere i mancati rinnovi e le cancellazioni delle polizze per tutto l’anno.
Non si tratta di un caso isolato: le assicurazioni private stanno da tempo abbandonando la California. Solo nel 2023, 7 delle 12 più grandi compagnie hanno sospeso o limitato le nuove polizze. Dal 2020 sono 2,8 milioni quelle che non sono state rinnovate: 531mila riguardavano immobili nella contea di Los Angeles. Troppo elevato il rischio di tempeste, inondazioni e, soprattutto, incendi. E da anni è chiaro che la tendenza è destinata a peggiorare. 15 dei 20 incendi più distruttivi dello Stato, senza contare quello dell’ultima settimana, si sono verificati dal 2015 al 2024.
Il limiti del FAIR Plan, scelta obbligata per migliaia di californiani
Molti residenti si erano affidati al California Fair Access to Insurance Requirements Plan, o FAIR Plan, l’intervento statale che tutela i proprietari che non trovano un’assicurazione, indispensabile per ottenere un mutuo. Solo nel corso del 2024 circa 1.430 delle 9mila abitazioni presenti a Pacific Palisades erano state assicurate in questo modo. Vi ha fatto ricorso un proprietario su sette. L’85% in più rispetto al 2023.
Il piano costa più del doppio del costo medio delle assicurazioni residenziali in California: 3.200 dollari. Le polizze FAIR inoltre hanno una copertura dei rimborsi limitata ai soli danni materiali e con un tetto massimo di 3 milioni di dollari: una cifra insufficiente a rispondere, ad esempio, ai danni provocati dal fuoco nell’ultima settimana. Pensato come una soluzione temporanea, è diventato la scelta obbligata per molti californiani: dal 2020 al 2024 il numero di polizze è arrivato a 452mila.
Il fantasma dell’insolvenza
La parola cui molti osservatori stanno pensando ma che in pochi pronunciano ad alta voce è insolvenza. Le polizze FAIR vendute coprono l’esistenza del piano, ma il suo funzionamento è subordinato al contributo delle compagnie assicurative. Per coprire queste cifre, si teme ricorreranno a ulteriori aumenti dei premi.
Era marzo 2024 quando Victoria Roach, presidente del piano, spiegava di avere accesso a soli 200 milioni di dollari e svelava un’esposizione dello Stato pari a 450 miliardi. Pensate come soluzione tampone e temporanea, di fatto le assicurazioni di ultima istanza garantite dagli Stati sono divenute l’unico meccanismo assicurativo e il numero di persone che vi ha fatto ricorso è cresciuto esponenzialmente. Il timore generalizzato è che i costi finali si abbattano comunque sui consumatori. Come avvenuto in Florida, dove il passaggio dell’uragano Ian del 2022 ha causato 113 miliardi di dollari di danni: i cittadini hanno dovuto pagare in parte i costi della ricostruzione oltre alla nuova “Hurricane Tax”.
Hilary McLean, portavoce del progetto, si è detta certa che il piano riuscirà a coprire i risarcimenti necessari anche se «potrebbero volerci anni per calcolare le perdite totali». 700 milioni di dollari – ha spiegato McLean – sono a disposizione per i rimborsi in contante, e circa 2,5 miliardi per quelli in riassicurazione.
L’obiettivo è che le assicurazioni si riprendano le polizze oggi garantite dal FAIR Plan
Vista la situazione, è opinione diffusa di diversi analisti che, negli Stati Uniti, nei prossimi anni sarà il mercato assicurativo a determinare dove le persone potranno o non potranno vivere. Dato sottolineato da Dave Jones, l’ex commissario delle assicurazioni della California e ora direttore dell’iniziativa sul rischio climatico presso la University of California, Berkeley School of Law. Jones, evidenziando il legame tra i disastri climatici e la mancanza di azione nel limitare i combustibili fossili, ha dichiarato che il Paese sta andando verso un futuro non assicurabile. L’unica soluzione, per lo studioso, è la creazione di una sorta di Obamacare per le assicurazioni sulla casa, con un intervento diretto del governo che, attraverso incentivi economici, consenta alle famiglie di basso e medio reddito di pagare le polizze.
Non è questa la direzione in cui si sta andando. Maxine Waters, rappresentante democratica del distretto della California, ha anticipato alla CBS il Wildfire Insurance Coverage Study Act. La nuova legge chiederà agli uffici governativi un’analisi zona per zona del rischio legato agli incendi boschivi e di come le compagnie assicurative stanno intervenendo. L’obiettivo è quello di assicurarsi che le compagnie ricomincino a concedere le polizze. La contropartita, la possibilità di aumentare il prezzo dei premi. Proprio lo scorso 6 gennaio è entrata in vigore una norma per cui le compagnie possono considerare, nello stabilire i prezzi, il rischio climatico, fino a ora escluso.
Le concessioni ottenute dalle assicurazioni in California
In base alla nuova proposta, le assicurazioni dovranno impegnarsi nuovamente a coprire le aree a elevato rischio di incendi. Una richiesta che mai, prima d’ora, lo Stato aveva fatto. L’impegno dovrà essere graduale, con una copertura del 5% a biennio fino a raggiungere l’equivalente dell’85% della loro quota di mercato. Come ha spiegato Ricardo Lara, «se un’assicurazione scrive 20 polizze su 100 nello Stato, dovrà scriverne 17 in un’area ad alto rischio».
Per ottenere il favore del settore assicurativo lo Stato consentirà di tener conto, nel calcolo dei costi delle tariffe, dei costi di riassicurazione. Cioè le polizze che le compagnie acquistano da altre compagnie per diminuire i rischi. Gli ultimi anni i loro costi sono aumentati notevolmente a causa del rischio climatico e dell’inflazione. La California era l’unico Stato che non consentiva di annoverarli all’interno delle tariffe per i clienti finali. Almeno fino a ora.
Questi interventi non aiuteranno chi ne ha più bisogno
Le nuove concessioni hanno riportato sul mercato Farmers, la seconda più grande compagnia dello Stato, che a dicembre scorso ha ripreso a emettere polizze . L’associazione di consumatori Consumer Watchdog ha criticato gli interventi del governo perché hanno tempi di efficacia troppo lunghi e perché possono portare a un aumento delle tariffe anche del 40-50%. Solo negli ultimi tredici mesi, sottolinea il gruppo, il costo dei premi di grandi assicuratori come State Farm, Farmers e Allstate è aumentato almeno del 25%.
Elemento di preoccupazione è che questi interventi non aiutino chi ne ha più bisogno. «Questa nuova politica garantisce tariffe più alte ma non necessariamente l’accesso alla copertura – ha dichiarato alla CNN Carmen Balber, direttrice esecutiva di Consumer Watchdog, organizzazione per la tutela dei consumatori –. Il commissario ha concesso all’industria assicurativa ciò che voleva. Ci sono così tante scappatoie che ci vorrà molto tempo prima che i proprietari di case vedano ampliare la copertura. O forse non accadrà mai».
Preoccupazione riportata anche da Reuters che ha intervistato i residenti di Altadena, sobborgo popolare abitato per lo più da famiglie nere e latine che, colpite dagli incendi, hanno dichiarato di aver visto meno attenzione e sollecitudine nei soccorsi. Ora temono che l’aumento generalizzato delle polizze non tenga conto delle differenze sociali e favorisca solo le abituazioni situate in aree più ricche. Di parere opposto l’associazione di categoria Insurance Information Institute, che difende il nuovo impianto di regole come l’unica soluzione possibile per garantire ai consumatori californiani di poter accedere alla copertura assicurativa.
La crisi delle assicurazioni potrebbe trasformarsi in una crisi immobiliare
Venerdì scorso (10 gennaio) i titoli delle compagnie assicurative sono crollati. Nel frattempo JP Morgan ha portato a 20 miliardi di dollari le stime dei costi per il settore. Dato confermato da Wells Fargo, che prevede un costo totale del disastro di 60 miliardi di dollari. L’esodo delle assicurazioni private non riguarda solo la California. Anche Florida, Louisiana e altri Stati pagano lo scotto della crisi generata dai cambiamenti climatici. Succede anche in Texas, nel sud del New England, in Carolina, New Mexico e nelle contee di Northern Rockies, Oklahoma e Hawaii.
Un report del Senato ha analizzato la tendenza e confermato che i cambiamenti climatici stanno comportando un aumento del tasso di non rinnovo delle polizze. Le previsioni sono preoccupanti e vanno ben al di là del mero settore assicurativo. «Si prevede che questo porterà a un crollo dei valori immobiliari nelle comunità dove l’assicurazione diventa impossibile da trovare o dal costo proibitivo, con il potenziale di innescare una crisi finanziaria su larga scala simile a quella del 2008», recita il documento.
Efficace la sintesi del senatore democratico Sheldon Whitehouse su X. «Ecco come funziona: i cambiamenti climatici rendono il rischio imprevedibile; il rischio rende l’assicurazione inaccessibile o non disponibile; l’assenza di assicurazione rende i mutui non disponibili; senza mutui il valore degli immobili crolla; con conseguenze a cascata, come nel 2008, sull’economia generale».