Fast fashion e clima: Inditex e il boom di emissioni di CO2 da trasporto aereo
Fondazione Finanza Etica, come azionista critico, chiede al colosso spagnolo dell’abbigliamento “un piano per la logistica verde”
Fondazione Finanza Etica, socia fondatrice della rete di azionisti attivi Shareholders for Change (SfC), è intervenuta per la prima volta come azionista critica all’assemblea di Inditex a La Coruña. Ha chiesto un piano per abbattere le emissioni di gas serra generate dagli aerei della multinazionale spagnola del tessile, nota per marchi come Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius e Oysho.
Perché Fondazione Finanza Etica era all’assemblea degli azionisti di Inditex
Inditex, il gigante del fast fashion, è stato recentemente criticato per il suo uso intensivo del trasporto aereo per la consegna delle proprie collezioni. Questo metodo, sebbene rapido, ha un impatto ambientale devastante. Secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa svizzera Public Eye, le emissioni di CO2 legate al trasporto di Inditex sono aumentate del 37% nel 2023. Raggiungendo quasi 2 milioni di tonnellate di CO2.
Barbara Setti, rappresentante di Fondazione Finanza Etica in assemblea, ha evidenziato come «gli impatti sociali e ambientali negativi legati alla fast fashion siano sotto i riflettori da molto tempo; in occasione dell’assemblea, abbiamo voluto focalizzarci sul tema delle emissioni legate alla logistica e ai trasporti».
Nel marzo 2024 Fondazione Finanza Etica, insieme alla rete di azionisti attivi SfC-Shareholders for Change, aveva inviato una lettera a Inditex chiedendo dettagli sulle emissioni generate dal trasporto aereo e strategie di riduzione. La risposta dell’azienda non è stata soddisfacente. Dopo ulteriori tentativi di dialogo, la Fondazione ha portato le sue domande direttamente all’assemblea degli azionisti.
Inditex e H&M a confronto in materia di trasparenza
Secondo Public Eye, nel 2023 le emissioni di CO2 legate ai trasporti di Inditex hanno raggiunto un massimo storico: quasi 2 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. L’incremento rispetto all’anno precedente è del 37%. Questa crescita deriva in gran parte dall’aumento del volume di merci trasportate per via aerea, che rappresenta oltre il 12% delle emissioni totali del gruppo. Public Eye ha evidenziato come Inditex non abbia ancora presentato piani concreti per ridurre queste emissioni, nonostante oltre 26mila persone abbiano firmato una petizione a febbraio 2024.
La richiesta principale rivolta da Fondazione Finanza Etica in assemblea, dunque, è stata quella di pubblicare un breakdown dettagliato delle emissioni di CO2 per ogni modalità di trasporto utilizzata da Inditex. «La trasparenza è il primo passo verso la definizione di obiettivi misurabili, e la definizione di obiettivi misurabili è il primo passo verso la riduzione progressiva degli impatti», ha sottolineato Barbara Setti.
Come fa sempre in preparazione a un’assemblea generale degli azionisti, Fondazione Finanza Etica ha studiato i principali competitor. Persino H&M, che nell’esperienza degli azionisti critici non si distingue certo per trasparenza, offre un livello di dettaglio maggiore, pubblicando un breakdown dettagliato degli impatti delle emissioni dei trasporti. Secondo il Climate Transition Plan del brand svedese, i trasporti aerei costituiscono solo l’1% del totale dei volumi trasportati. Il loro impatto in termini di emissioni (54mila tonnellate di CO2e), tuttavia, si avvicina molto a quello del trasporto marittimo (64mila tonnellate di CO2e) che invece rappresenta il 54% dei volumi totali.
Anche altri azionisti hanno portato in assemblea il benchmark con H&M. Il fondo pensione olandese Stichting Pensioenfonds, in un intervento sulla mancanza di trasparenza nella catena di fornitura, ha informato che il rivale H&M ha già reso pubblico l’elenco completo dei fornitori. Un passo avanti che Inditex deve ancora compiere.
Il ruolo degli azionisti critici nel promuovere la sostenibilità all’interno delle grandi aziende
L’azionariato critico svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la sostenibilità all’interno delle grandi aziende. Fondazione Finanza Etica, attraverso la sua partecipazione all’assemblea di Inditex, ha dimostrato come gli investitori responsabili possano influenzare le politiche aziendali, identificando rischi finanziari e reputazionali legati alla sostenibilità e proponendo soluzioni.
Un recente articolo di Voxeurop ha evidenziato come le istituzioni finanziarie, attraverso fondi formalmente classificati come “verdi” ai sensi della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) europea, investano 46 miliardi di dollari nei 10 maggiori emettitori di CO2 al mondo. Tra questi, oltre alle compagnie dell’oil&gas e ai giganti dell’industria automobilistica, c’è anche Inditex. Insieme a TJX, uno dei più grandi gruppi di conglomerate retail.
La lotta ai cambiamenti climatici richiede l’impegno di tutte le parti coinvolte. Anche le grandi aziende come Inditex, dunque, hanno la responsabilità di guidare il cambiamento verso pratiche più sostenibili. Fondazione Finanza Etica e SfC – Shareholders for Change continueranno a monitorare le azioni di Inditex e a promuovere un dialogo costruttivo per l’adozione di pratiche più sostenibili. «La lotta ai cambiamenti climatici non può aspettare», ha concluso Barbara Setti, ribadendo l’importanza di un piano chiaro e trasparente per ridurre le emissioni legate al trasporto aereo e alla logistica.