Le inondazioni sono costate 82 miliardi di dollari nel 2021
I disastri naturali saranno sempre più frequenti e violenti a causa dei cambiamenti climatici. E comporteranno costi sempre più alti
I disastri naturali saranno sempre più frequenti e violenti a causa dei cambiamenti climatici. E comporteranno costi sempre più alti. Un’ulteriore conferma è arrivata da un rapporto pubblicato il 30 marzo dal riassicuratore Swiss Re. Secondo l’analisi, le sole inondazioni hanno causato danni per 82 miliardi di dollari nel 2021, in tutto il mondo. Una cifra pari a circa 73 miliardi di euro.
In particolare, secondo il rapporto le piogge torrenziali che hanno colpito la Germania e il Belgio nel corso del mese di luglio hanno comportato perdite economiche di oltre 40 miliardi. Di questi, 13 miliardi sono stati presi in carico da compagnie assicurative. Si tratta del disastro naturale più grave mai registrato in Europa.
Le inondazioni coinvolgono un terzo della popolazione mondiale
«Solamente nel 2021 abbiamo assistito a più di 50 inondazioni gravi nel mondo», ha precisato il responsabile Pericoli e catastrofi di Swiss Re, Martin Bertogg. In particolare, episodi disastrosi hanno colpito Cina, India, Filippine e Stati Uniti: «Ad essere coinvolto è stato quasi un terzo della popolazione mondiale». Ciò nonostante, nel 75% i beni danneggiati non sono assicurati.
Polizze in grado di coprire le perdite erano state stipulate infatti solamente per poco più di 20 degli 82 miliardi di dollari in questione. Soprattutto alcune aree del mondo risultano in questo senso particolarmente esposte: si tratta delle nazioni asiatiche, nelle quali solamente il 7% delle strutture colpite era assicurato. Una cifra nettamente inferiore a quella europea, pari al 34%.
Più in generale, i cambiamenti climatici imporranno probabilmente anche una revisione dei prodotti proposti dalle compagnie. Normalmente, infatti, le inondazioni fanno parte di quelli che sono definiti “rischi secondari”. Ne fanno parte anche, ad esempio, gli episodi di siccità o la grandine, che però per gli agricoltori rappresentano senz’altro le principali minacce. Al contrario, ad oggi sono considerati “rischi primari”, ad esempio, gli uragani o i terremoti.
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