«Con gas e nucleare Europa poco credibile sulla sostenibilità»
Intervista a Martin Rohner (GABV), che critica la tassonomia e la finanza insostenibile, apre ai ragazzi della Gen Z e non teme le fintech
«L’idea della tassonomia green europea è ottima. Sarebbe fantastico poter classificare cosa è sostenibile e che cosa non lo è. Il problema è che il mondo è troppo complesso, e probabilmente non si può cogliere questo aspetto così semplicemente. Questo è il motivo su cui si fonda la nostra critica principale al documento».
Parole di Martin Rohner, direttore generale della Global Alliance for Banking on Values (GABV), organizzazione con sede ad Amsterdam che raggruppa quasi 70 istituti di credito distribuiti in tutto il mondo. Banche che, insieme ai loro operatori, si contraddistinguono per svolgere un’attività fondata su un ventaglio di valori e buone prassi (etiche, ambientali e sociali) comuni. E non sui dogmi del profitto, della speculazione e dei rendimenti ad ogni costo.
Abbiamo intervistato Rohner mentre era in Italia, ospite di Banca Etica, e con lui abbiamo parlato di diversi argomenti. Di digitalizzazione e di fintech, di criteri ESG e tassonomia green, ma anche di Generazione Z e di come contaminare il sistema bancario convenzionale con i principi della sostenibilità sociale e ambientale.
E nell’occasione, in vista del prossimo meeting annuale della GABV in Bangladesh a novembre, abbiamo potuto sfogliare il rapporto Shaping a Positive Future in a Changing World (scaricabile gratuitamente). Nel testo, all’analisi dell’attuale scenario globale, stretto fra povertà, diseguaglianze e crisi climatica, segue la necessità di ripensare il primato della crescita e l’introduzione di nuovi strumenti e nuovi criteri di valutazione. Tutto mirato ad allargare lo spettro del benessere collettivo.
Fintech: opportunità o minaccia?
Quali banche sono entrate nel metaverso. E, soprattutto, perché
Anche le grandi banche sono entrate nel metaverso, benché il suo sviluppo sia ancora agli albori: è solo marketing o c’è anche sostanza?
Intanto, però, Rohner ha sottolineato il suo pensiero sulla tassonomia europea: «Il secondo aspetto sfidante è che mentre la tassonomia veniva sviluppata dagli esperti, nel frattempo la politica è andata avanti, ad esempio classificando il gas e il nucleare come sostenibili. Il che ha minato la credibilità dell’intero impianto».
Come si sono comportate le banche convenzionali e gli operatori economici in questo periodo di pandemia, guerra e cambiamenti climatici sempre più violento ed evidente?
Nelle banche mainstream stiamo assistendo ad un cambiamento lento. Alcune stanno continuando nel massimizzare i profitti adottando il modello del business as usual, traendo vantaggio dal picco dei prezzi dell’energia, ad esempio. Ma vediamo anche cercare di imporre qualche piccolo cambiamento del loro modello. Le grandi banche vengono ingaggiate nei settori più problematici, come quello delle energie fossili, e qualcosa si sta muovendo in senso positivo. Ma questo cambiamento deve diventare assai più veloce se vogliamo fermare o rallentare il riscaldamento globale.
La GABV può contaminare la finanza convenzionale con i suoi valori in un prossimo futuro? Come?
Oggi tutti parliamo di un sistema finanziario che deve diventare sostenibile, ma non è chiaro cosa questo voglia significare davvero. Molto spesso i vertici delle banche principali pensano di delegare ai loro manager della responsabilità sociale il percorso verso la sostenibilità, pur continuando a condurre i propri affari come prima. Io penso che debbano invece realizzare un cambiamento strutturale, dalle fondamenta. Il ruolo della Global Alliance for Banking con Values è mostrare loro quali azioni abbiano realmente un impatto e quali invece no.
L’utilizzo dei criteri ESG rappresenta una buona strada, che può forse servire per identificare quali sono gli asset sostenibili, ma non garantisce necessariamente la ricaduta concreta, un impatto positivo. È quindi necessario che un’organizzazione come la nostra mostri come si producono degli impatti realmente positivi nell’economia reale. Il nostro ruolo è ingaggiare tali banche su questo.
Che dialogo intrattiene GABV con le banche convenzionali?
Con le banche mainstream abbiamo un dialogo che si manifesta in due diverse modalità. Innanzitutto attraverso la partecipazione a conferenze e colloqui pubblici, eventi a cui siamo presenti sia noi che loro. In altri casi succede che siano le stesse banche convenzionali ad avvicinarsi a noi per chiederci un colloquio, anche se generalmente non vogliono che ciò sia reso pubblico, perché realizzano che c’è una differenza tra le banche fondate sui valori e la finanza insostenibile e loro per prime vogliono capire. Anche questa può essere un’opportunità per stimolarle.
Come valuta le previsioni che vogliono le banche sostituite dalle compagnie del cosiddetto settore fintech in un prossimo futuro?
A proposito dell’evoluzione digitale del settore, credo che quanto sta accadendo sia una convergenza tra le banche e il settore fintech. Le banche diventeranno assai più digitalizzate e il settore fintech acquisirà sempre maggiori similitudini con le funzioni bancarie. Quando le fintech diventeranno più grandi saranno anche assai più rischiose e dovranno essere sempre più regolamentate, come le banche.
Per cui penso che vedremo questi due mondi procedere insieme, con le fintech che consentiranno servizi digitali più efficienti per alcuni clienti. D’altra parte altri tipi di relazioni e servizi le fintech non saranno in grado di portarli a termine. Ad esempio alcuni servizi finanziari per le piccole e medie imprese o le startup, oppure consulenze finanziarie particolarmente complesse, che avranno bisogno ancora della competenza qualificata delle persone che lavorano nelle banche e nei loro servizi».
L’evoluzione digitale di banche e finanza non vi preoccupa?
La rivoluzione digitale non è un fenomeno nuovo, l’automazione degli ATM (gli sportelli bancomat) è stato il primo passo e ora stiamo vedendo una accelerazione. Questo è vero anche per le banche fondate sui valori (banking on values), i cui fondamenti rimangono gli stessi, e devono indicare la direzione giusta. Spiegare cosa vogliamo o non vogliamo sostenere.
Questioni più specifiche da considerare sono semmai collegate alla tecnologia che impiega l’intelligenza artificiale, se c’è il caso che questa possa stabilire con quali clienti lavorare o faccia valutazioni di rischio dei prodotti. Bisogna esserne consci e considerarne le implicazioni etiche. D’altra parte i fondamentali delle banche rimangono gli stessi. La digitalizzazione rimane uno strumento».
Qual è il punto di vista di GABV sulle criptovalute?
Le criptovalute sono strumenti finanziari altamente speculativi, e in questo senso io non penso che ricopriranno un ruolo particolarmente importante nel panorama delle banche fondate sui valori, che si concentrano sulla economia reale e sugli asset tangibili.
Che significato ha la scelta della capitale del Bangladesh, Dacca, come teatro per il prossimo meeting annuale di GABV, un Paese al centro della riflessione sullo sfruttamento dei lavoratori e la carenza di diritti?
Abbiamo molte delle banche aderenti alla nostra organizzazione che operano in scenari politici fortemente sfidanti. Le banche aderenti alla GABV cercano di combattere la povertà e aiutare le persone. L’istituto che ospiterà il prossimo meeting in Bangladesh è Brac Bank, inserito in un network di ong che ha svolto un ruolo assolutamente cruciale nell’ambito dello sviluppo del Paese negli ultimi 40 anni. Credo che tutta la comunità di GABV abbia qualcosa da imparare dall’esperienza di Brac Bank.
Gen Z, in piazza per il clima
Dalla Pre-Cop di Milano una generazione cosciente per i tempi nuovi
Si è concluso l’ultimo appuntamento di preparazione della Cop 26 sul clima di Glasgow: ancora si fatica a passare dalle parole ai fatti
Ritiene che la Generazione Z sia naturalmente orientata verso la finanza etica e l’attenzione all’ambiente o debba in qualche forma essere stimolata su questo?
Ritengo che si debba adottare un modo diverso per interagire con loro. Sappiamo che sono una generazione fortemente preoccupata per le questioni climatiche e il global warming. In linea di principio hanno una grande apertura verso le banche fondate sui valori, d’altra parte vanno convinti attraverso i fatti, perché sono persone con un senso critico più sviluppato delle generazioni precedenti e hanno gli strumenti tecnologici per cercare le informazioni di prima mano, grazie a internet e ai social network. Per entrare in relazione con loro dobbiamo quindi effettuare un cambiamento di approccio, e di certo abbiamo qualcosa da offrire a questa generazione.