Italia, terra dei cammini. Boom di presenze, ma il governo se ne dimentica
32.338 persone nel 2018 hanno percorso a piedi i 6.600 chilometri di cammini italiani. Potrebbero diventare 40 mila nel 2019. Ma il turismo sembra sparito dalle priorità nazionali
Italiani popolo di santi, poeti. E camminatori. Nel 2018 ben 32.338 persone hanno percorso a piedi i 6.600 chilometri di itinerari naturalistici, culturali, religiosi, che attraversano ogni angolo della nostra penisola. Secondo i dati elaborati da Terre di Mezzo, nel giro di tre anni le presenze su Via Francigena, Via di San Francesco , Cammino di San Benedetto, Via degli Dei, Cammini Francigeni in Sicilia e Via Romeo Germanica, sono quasi raddoppiate.
Certo, siamo ancora lontani dagli oltre 300 mila pellegrini che da tutto il mondo arrivano, mediamente, in Spagna, ogni anno, solo per intraprendere il Cammino di Santiago di Compostela. Ma, per la prima volta, la nostra penisola è stata preferita a quella iberica, in modo unanime sia dai pellegrini italiani che dagli amanti del walking. Merito, anche, della migliorata qualità dell’accoglienza, tanto che la Via Francigena italiana è stata selezionata come una delle migliori pratiche dil Walking Tourism al mondo, secondo l’ultimo rapporto del World Tourism Organization (UNWTO).
Cammino perché…
C’è chi si mette in cammino per motivi religiosi, ma è la minoranza, il 25%, secondo il report di Terre di Mezzo. La maggior parte lo fa per trekking, (52%), per stare nella natura (50%) o per scoprire il territorio (46%). Scelte confermate anche dall’indagine, tra i propri iscritti, del Touring Club Italiano: le vacanze a piedi, sono la scelta preferita tra coloro che hanno deciso di trascorrere una vacanza attiva all’aria aperta.
Camminare fa bene, anche all’economia
E il turismo lento, sostenibile, a misura d’uomo, fa bene, oltre che alla nostra salute e all’ambiente, pure all’economia dei territori attraversati, a costi contenuti. Nel Bel Paese il 45% dei novelli viandanti spende in media dai 30 ai 50 euro al giorno, pernottando in B&B, strutture religiose, agriturismi e alberghi.
«Il trend è in crescita ed è facile prevedere che arriveremo ad almeno 40 mila presenze nel 2019 – precisa a Valori.it, Paolo Piacentini, uno dei massimi esperti in Italia del settore. A lui dobbiamo il coordinamento del progetto in capo al Ministero dei Beni Culturali e Turismo, sui Cammini d’Italia varato nel 2017. Nato per mettere in rete le informazioni sull’Italia visitabile a piedi, a cavallo, in bicicletta, lungo le ferrovie storiche o dismesse.
Boom di presenze ma il turismo (per il governo) non è una priorità
Il sito originale nazionale, però, lanciato dall’ex – ministro Dario Franceschini, oggi è stato messo in stand by dall’attuale ministro delle Politiche Agricole, Forestali e Turismo, Gian Marco Centinaio. Insieme al Piano strategico di Sviluppo del Turismo 2017-2022 e a 60 milioni già deliberati dal CIPE.
Fondi che avrebbero dovuti essere spesi per apportare miglioramenti alle principali vie turistiche e di pellegrinaggio, tra cui la Via Francigena, i Cammini di Francesco e la Via Appia, ma di cui si è persa traccia.
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«Sembra che il turismo, in generale, sia sparito dalle priorità nazionali. Eppure è un motore economico e di benessere formidabile, a maggior ragione se sostenibile. Penso al boom di presenze anche dei percorsi minori, come la Via degli Dei che si snoda nell’appennino tra Bologna e Firenze, che ha favorito la riapertura di decine di agriturismi e ristoranti. Così come sta accadendo nelle zone terremotate».
Gli esempi non mancano, dal Cammino delle Terre Mutate, che si snoda da Fabriano e L’Aquila alla rete Terre in Moto nelle Marche. Lo «slow tourism» sta diventando un asse portante del recupero delle aree interne, di borghi, paesi e intere valli, dimostrando che turismo responsabile e rigenerazione del territorio possono andare a braccetto.
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Intanto, vecchi e nuovi percorsi, (ne sono stati registrati ufficialmente almeno 41 ma potrebbero essere molti di più), stanno attirando nuovi flussi turistici, non solo verso le grandi capitali spirituali e d’arte, ma anche verso borghi e cittadine storiche. Dalle periferie metropolitane agli appennini, stanno contribuendo a riportare in vita la Piccola Italia dei Comuni.
Quale cammino scegliere e dove trovare le informazioni
A piedi, ma anche in bicicletta, a cavallo e in carrozzina. Chiunque e in qualunque periodo dell’anno può mettersi in cammino. Ci sono percorsi per ogni gusto, distanza, periodo. Occorre però documentarsi e organizzare il viaggio, nei minimi particolari, dall’abbigliamento alla scelta dei tratti più adatti al proprio impegno temporale e fisico. Seppure sia sempre possibile affidarsi a guide, cooperative, associazioni o agenzie di viaggio specializzate. Se si sceglie di camminare da pellegrini, invece, occorre richiedere per tempo la Credenziale che permette l’accesso all’accoglienza nelle strutture religiose e ricettive.
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Il cammino maggiormente battuto, ma anche se il più lungo e impegnativo è senz’altro la Via Francigena, percorsa dai pellegrini già dall’epoca epoca medievale. Da Canterbury a Roma, 98 tappe, di cui 45 in Italia. Insieme alle infinite varianti provenienti dal centro Europa come la Via Francisca del Lucomagno che parte dal lago di Costanza, in Germania o da sud, come le Vie Francigene del Sud, e la cosiddetta Magna Via Francigena.
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Ma ci sono altri cammini minori, sia sacri che profani, sempre più frequentati come la Via di San Francesco e il Cammino di San Benedetto. Ci sono, poi, i cammini dedicati ai poeti, come il Cammino di Dante, che attraversa i luoghi dove Alighieri visse in esilio e scrisse la Divina Commedia. In parchi da riscoprire come l’Aspromonte, con il Sentiero del Brigante. Fino a quello della Pace, che ripercorre i luoghi della prima guerra mondiale in Trentino. E il ripristino di strade di epoca romana, come l’Appia Antica.
Se il sito nazionale Cammini d’Italia, in questo momento non è aggiornato, alcune regioni hanno pensato di sviluppare il proprio portale come l’Emilia Romagna. Oltre alle fondamentali guide cartacee, in rete è comunque facile trovare informazioni, cartine e app da scaricare su smartphone. C’è anche chi, come gli autori di Ammappalitalia, ha lanciato una piattaforma interattiva e partecipativa per costruire dal basso la mappa della percorribilità a piedi del territorio italiano.
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