L’IEA: «Energia e ambiente: siamo ai livelli del 1990»
Secondo l'International Energy Agency, nonostante gli sforzi il quantitativo di CO2 emessa per unità di energia è oggi solamente l'1% più basso rispetto a 23 anni fa.
Non soltanto il consumo mondiale continua a crescere, ma per ciascuna unità di energia prodotta, oggi si emette la stessa quantità di CO2 di 23 anni fa. A lanciare il preoccupante allarme è stata questa mattina l’International Energy Agency, in un rapporto nel quale si denuncia il fatto che, nonostante gli sforzi, la situazione attuale non è migliore rispetto a quella del 1990.
Malgrado infatti la crescita dello sfruttamento delle fonti rinnovabili, infatti, il biossido di carbonio emesso in media per produrre energia è calato solamente dell’1%. Il motivo? Per l’IEA non c’è dubbio: il principale responsabile di questa sconfitta globale va ricercato nel carbone, la fonte ambientalmente più pericolosa ed inquinante, che continua ad essere utilizzata in tutto il mondo.
Ancora più preoccupante è il raffronto tra l’ultimo ventennio e quello precedente: tra il 1971 ed il 1990, infatti, il calo della cosiddetta “impronta ecologica” (sempre in termini di emissioni di CO2) era stato peri al 6%. Il che significa che erano stati raggiunti risultati sei volte migliori rispetto agli ultimi due decenni (in barba alla conferenza di Rio del 1992 e al protocollo di Kyoto del 1997).
L’IEA avverte che, per evitare che il riscaldamento globale superi i due gradi entro la fine del secolo, occorrerà abbassare la CO2 prodotta per unità di energia del 5, 7% entro il 2020, e del 64% entro il 2050.