La Notte della Repubblica del calciomercato

Chi era Massimo Bochicchio, broker accusato di aver truffato grandi nomi del calcio. Si è schiantato il giorno prima di deporre in aula

Antonio Conte © l30_/Flickr

La notizia più importante del calciomercato estivo non è il probabile passaggio di Paulo Dybala dalla Juventus all’Inter, ma è una notizia di cronaca che, una volta di più, sprofonda il mondo del pallone all’interno degli infiniti misteri italiani. C’è infatti una moto che domenica 19 giugno improvvisamente prende fuoco sul rettilineo e si schianta contro un muro sulla via Salaria, un cadavere completamente bruciato, impossibile da identificare. Servirà l’esame del Dna. Per adesso però, il nome, quasi certo, è quello di Massimo Bochicchio, uno dei tanti broker italiani di stanza a Londra, ma non uno qualsiasi: è l’uomo che per anni avrebbe truffato i nomi più importanti del calcio e dello sport italiano.

Millantando lettere falsificate della banca d’affari britannica Hsbc, di cui era stato dirigente, si era fatto dare centinaia di milioni da gestire e investire promettendo in cambio ritorni altissimi, del 10%. Ritorni assurdi, che infatti non ci sono mai stati. Da qui le denunce, la latitanza, poi la consegna spontanea lo scorso anno nello scalo dell’aeroporto di Giacarta, e il processo. Processo che era arrivato alla terza udienza, e proprio lunedì Massimo Bochicchio avrebbe dovuto essere presente in aula. Solo che è morto, in circostanze misteriose, il giorno prima.

Sarebbe stato interessante ascoltare i racconti di Bochicchio in tribunale. Perché oltre ai nomi noti coinvolti, i più noti quello di Antonio Conte, di Marcello Lippi e di suo figlio Davide, tutte le strade portano al Circolo Aniene, la chiesa degli affari dello sport italiano saldamente in mano a Giovanni Malagò, presidente del Coni, come spiegava già lo scorso anno L’Espresso.  Perché oltre alle denunce pubbliche di alcuni nomi, altre sono rimasti nell’ombra, forse perché i soldi provenivano da paradisi fiscali ed erano frutto di quei pagamenti in nero che sono la vera economia sommersa del pallone e dello sport in generale.

Perché dentro le indagini su Bochicchio, un versante stralciato e concluso con l’archiviazione, c’era tutta la storia dell’assegnazione dei diritti tv del calcio italiano del 2018, 973 milioni di euro passati da Sky alla Lega Calcio, e quindi ai club di Serie A, dopo la strana rescissione con MediaPro, come scrive il Corriere della Sera. E anche lì i nomi sono sempre gli stessi, quelli dei padroni del calcio e dello sport. I nomi che popolano gli incubi della zavoliana Notte della Repubblica calcistica del Paese. I nomi che muovono centinaia di milioni di euro nei paradisi fiscali e muovono gli altri nomi, quelli che fanno sognare i tifosi. I nomi che fanno e disfano le squadre e i campionati, che spostano allenatori e giocatori. Questo è il vero calciomercato: altro che Paulo Dybala.