La piccola Grecia contro l'Europa. Chi salva chi?
Ascolta il podcast della puntata di Radio anch’io di martedì 23 giugno, ospite Andrea Baranes. Dopo la vittoria elettorale di Syriza il nuovo governo guidato ...
Ascolta il podcast della puntata di Radio anch’io di martedì 23 giugno, ospite Andrea Baranes.
Dopo la vittoria elettorale di Syriza il nuovo governo guidato da Alexis Tsipras si è trovato ad affrontare un duro scontro con le istituzioni europee. In campagna elettorale Syriza aveva promesso di abbandonare le politiche di austerità imposte dalla Troika (BCE, FMI e Commissione europea) negli anni precedenti. Il governo Tsipras chiede di rinegoziare i termini un debito che non può essere pagato e di ridurre il surplus di bilancio che il governo precedente si era impegnato a realizzare per rientrare da tale debito.
Una boccata di ossigeno e un po’ di tempo ed elasticità per tentare di rilanciare la disastrata economia greca. Richieste di buon senso e tutt’altro che “estreme”, ma che si scontrano con l’intransigenza europea, e in particolare dei tedeschi, che insistono per il mantenimento integrale dei piani di austerità e delle misure di privatizzazione e tagli alla spesa pubblica. Misure inaccettabili per un Paese sull’orlo del collasso, con una disoccupazione giovanile sopra il 50% e dove sono riapparse malattie e malnutrizione che, almeno in queste proporzioni, la “ricca” Europa non vedeva da decenni. Come se non bastassero i devastanti impatti sociali, l’austerità ha portato anche ad un peggioramento di quegli stessi parametri macroeconomici che avrebbe dovuto migliorare. In Grecia come nella quasi totalità dei Paesi che hanno applicato l’austerità, tagliando la spesa, i servizi pubblici e il welfare, il PIL diminuisce più rapidamente del debito, e il rapporto debito / PIL continua a peggiorare.
Il governo greco cerca di mostrare che un’alternativa è possibile: abbandonare l’idea di un sistema fondato su una competitività esasperata; porre dei limiti al casinò finanziario che ci ha trascinato nella crisi; rilanciare un intervento pubblico in economia, per tutelare i più deboli e l’interesse generale; ridurre delle diseguaglianze; porre il benessere dei cittadini al centro delle politiche economiche. Dall’altro lato c’è la fallimentare ideologia che sta guidando l’Europa dallo scoppio della crisi a oggi, che rischia di portare al disastro dal punto di vista economico, sociale, politico.
Il problema oggi non è tanto se l’Europa deciderà o meno di concedere alla Grecia un piano di salvataggio. E’ la Grecia che sta provando a salvare l’Europa.
Foto: Elias Bizannes