La Liga spagnola, i bancomat e le Guardie della Rivoluzione

Un'inchiesta di Organized Crime and Corruption Reporting Project mostra legami finanziari tra la Liga spagnola e le Guardie della Rivoluzione

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Il modo in cui il mondo del pallone cerca di mendicare soldi ovunque, arrivando a chiederli e a ottenerli anche da quei nemici di ogni diritto e libertà cui finge di opporsi, a volte raggiunge livelli di assurdità incredibile. Da ribaltarsi dal ridere, non fosse che i fatti sono terribilmente seri e drammatici. L’ultimo venuto alla luce in ordine di tempo riguarda un vecchio accordo commerciale per la trasmissione delle partite tra la Liga spagnola e MTN Irancell, la più grande società di telecomunicazioni iraniana, risalente al biennio 2017-19.

«Un semplice contratto per aumentare la visibilità del nostro campionato», nelle parole di allora di un dirigente della Liga. Mica tanto, dato che, nella particolare struttura economico giuridica della Repubblica Iraniana, la potentissima e remunerativa MTN Irancell afferisce alle famigerate Guardie della Rivoluzione. Ovvero al braccio armato, conservatore, patriarcale, fascista e repressivo dell’Ayatollah. In poche parole alla Santa Inquisizione iraniana.

In pratica la Liga fa affari non con uno Stato, buono o cattivo che sia, ma proprio con quel suo organo responsabile di violenze, repressioni, torture e anche omicidi. Per citare solo gli ultimi due casi emblematici, ricordiamo la terribile fine in cui sono incorse Mahsa Amini, 23 anni, e Armita Geravand, 16 anni, ammazzate di botte nell’ultimo anno perché indossavano male o non indossavano il velo.

E già questo basterebbe a fare schifo. Ma c’è di più. Le Guardie della Rivoluzione sono considerate organizzazione terroristica da alcuni Paesi, Stati Uniti in testa, e per questo con loro è difficile fare affari e transazioni economiche. Ed è qui che la Liga spagnola, dopo aver superato ogni dubbio etico e morale nel fare affari con il braccio armato della repressione iraniana, ha deciso che per prendersi quei soldi avrebbe superato se stessa.

Secondo un’inchiesta del gruppo Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project, quelli dei Panama Papers per intenderci) per prendersi i soldi la Liga si sarebbe rivolta a un intermediario, che avrebbe aperto un conto a Hong Kong intestato a una fittizia società della Dominica, uno dei mille paradisi fiscali caraibici. Società facilmente riconducibile alle Guardie della Rivoluzione.

E infatti lo stesso intermediario è stato perseguito negli Stati Uniti per avere aperto altre società a Hong Kong, sempre di passaporto della Dominica, con cui trafficare in petrolio iraniano. Ma non solo. Questa era la maggior parte dei soldi. Altri soldi la Liga li avrebbe presi – non è dimostrabile facciano parte dell’accordo con MTN Irancell, anche se almeno tre ex dirigenti hanno affermato di sì – in modo ancora più assurdo: direttamente da… un bancomat di Dubai. Avete capito bene, un bancomat.

Ci sono infatti cinque ricevute che dimostrano come sui conti della Liga siano arrivati circa 200mila euro, attraverso cinque operazioni diverse effettuate in due giorni nel novembre 2019, quando qualcuno ha emesso pagamenti in loro favore da un bancomat di Dubai. La Liga, quella del clasico di sabato scorso tra Barcellona e Real Madrid, partita vista da quasi un miliardo di persone nel mondo, che si fa pagare di nascosto dalle guardie iraniane attraverso un bancomat. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.