L’incidente di Taishan, le regole sulla sicurezza e il futuro del nucleare

Energia, trasporti, CO2. E gli intrecci con la finanza. Ogni settimana il punto sui cambiamenti climatici firmato da Andrea Barolini

Un’anomalia e una “leggera” fuga radioattiva si sono prodotte nella centrale nucleare di Taishan, in Cina. In particolare, il problema è stato riscontrato su un reattore nucleare di terza generazione, un EPR concepito in Francia.

L’incidente nucleare è stato confermato dalle autorità cinesi mercoledì 16 giugno, dopo che lunedì 14 l’emittente americana CNN aveva parlato di misure anormali di radioattività registrate nel sito. Secondo le informazioni diffuse dal ministero dell’Ambiente cinese e dalle autorità per la sicurezza nucleare, si sarebbe trattato di un aumento della presenza di gas rari radioattivi, xeno e kripton, nel circuito primario del reattore. Tecnicamente, l’uranio viene inserito in strutture metalliche e sembrerebbe che alcune di esse non fossero più a tenuta stagna. 

Come riportato dal quotidiano Novethic, «i due EPR di Taishan, in servizio dal 2018, erano citati regolarmente come esempi dalla filiera nucleare». Le due unità avevano infatti «piuttosto ben rispettato i tempi e i costi previsti» per la loro costruzione. Al contrario delle «derive dei cantieri europei. L’unità in costruzione a Flamanville, in Francia, ha subito 12 anni di ritardi e visto raddoppiare i costi. Quella di Olkiluoto, in Finlandia, è arrivata a 14 anni», e i costi hanno superato i ricavi per l’azienda produttrice. 

Ora l’incidente nucleare di Taishan, «avvenuto in un reattore ultra-monitorato e di ultima generazione», non può che far sorgere ulteriori dubbi. Il problema, infatti, ha riguardato soltanto un numero molto ristretto delle strutture che accolgono il carburante nucleare (che sono in totale 60mila). Inoltre, in caso di incidente simile, in un Paese come la Francia il reattore sarebbe stato bloccato. In Cina, invece, ha continuato a funzionare. Paese che vai, sicurezza che trovi?

Il nucleare è considerato da alcuni come imprescindibile per centrare gli obiettivi climatici, per via delle basse emissioni di CO2 legate alla produzione di energia elettrica. Numerosi scenari indicano che ci si può riuscire solo con le rinnovabili. Anche per evitare altre “emissioni”: in questo caso di xeno e kripton.