Cosa fare a Monza dopo avere venduto il Milan (a se stessi?)

Denaro, compravendite e finanzieri nella Lombardia del calcio “che conta” tra Milano e Monza. E anche tra Elliott e RedBird

© robin bos/Flickr

Sabato scorso, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport sulla promozione del Monza, l’attuale presidente dei brianzoli Paolo Berlusconi si sente in dovere di dare questa informazione: «Qualcuno ancora ci accusa di avere venduto il Milan a noi stessi». Poi passa a parlare d’altro. Negli stessi giorni Salvatore Cerchione, socio di minoranza del Milan, rilascia un’intervista al Financial Times in cui dice si opporrà in tribunale alla cessione del Milan dal fondo Elliott al gruppo RedBird (1,2 miliardi circa, firmati i preliminari si dovrebbe chiudere in autunno). Al Financial Times però Cerchione non parla del Monza, né di Paolo Berlusconi. Chi è Cerchione? È il finanziere che insieme al socio Giuseppe D’Avanzo, crea in Lussemburgo una società dal capitale sociale di poco più di diecimila euro di nome Blue Skye Financial Partners Sarl. Quello che succede dopo è noto. O forse no.

Il Milan, iscritto a bilancio da Fininvest per 300 milioni circa è venduto per 800 milioni circa al signor Li, uno che nemmeno ha un ufficio di rappresentanza: 500 milioni li mette lui, con soldi che arrivano dai paradisi fiscali e quindi non sono rintracciabili, 300 li mette Elliott. Dopo un annetto Li, che ha trovato 500 milioni dal nulla, non ne trova 30 per un aumento di capitale, viene estromesso e perde tutto: il Milan passa a Elliott che ne aveva investiti 300, esattamente il suo valore a bilancio Fininvest.

Gli altri 500? Volatilizzati come il signor Li, o meglio entrati a Fininvest. Qualcuno parla di rientro di capitali all’estero, altri di cambio nelle strategie del comunismo mondiale. Altri ancora parlano del Monza. E Cerchione? Cerchione per qualche tempo sembra essere, insieme al socio D’Avanzo, il vero proprietario del Milan. I soldi a garanzia di Elliott nell’operazione Li, infatti, li ha messi proprio la Blue Skye costruita all’uopo dai due finanzieri campani, che all’inizio pare addirittura detenere il 51% di Project RedBlack (a sua volta controllante al 100% di Rossoneri Sport Investment Lux, che detiene il 99,93% del Milan).

Poi si scopre che le azioni di Project RedBlack in mano a Blue Skye sono di classe diversa, e che quindi questa ha in realtà poco meno del 5% del valore complessivo della controllante dei rossoneri. Il restante 95% circa è di due società con sede nel paradiso fiscale del Delaware, chiamate Genio e King George, citazione coltissima del “genio” Djean Savicevic e di “re” George Weah, entrambe riconducibili a Elliott. È il fondo il proprietario del Milan, o così pare

Ora però, in base a quel 5%, di sua proprietà, Cerchione vorrebbe bloccare la vendita da Elliott a RedBird. Non succederà. E tutti potranno tornare a parlare di calciomercato, o di quanto fanno bene gli americani al calcio. O anche del Monza. A noi interesserebbe sapere in nome di chi aveva agito Blue Skye, o se proprio non potremo mai saperlo, almeno sapere perché Cerchione rilascia interviste al Financial Times e perché negli stessi giorni Paolo Berlusconi, intervistato sul Monza, si sente in dovere di dire che a distanza di anni qualcuno ancora accusa Fininvest di avere venduto il Milan a se stessa.