New York “scavalca” Washington ed entra nella rete per la finanza verde
Il network mondiale riunisce 50 banche centrali. L’autorità di controllo newyorkese vigila su 3.300 società bancarie e assicurative con oltre $7.300 miliardi di asset
Nonostante l’avversione dell’amministrazione Trump per le politiche di contrasto al cambiamento climatico, che blocca l’adesione delle istituzioni federali degli Stati Uniti alle iniziative internazionali contro il climate change, i governi di alcuni dei 50 Stati Usa iniziano a muoversi, seppure in ordine sparso, per aderire alle reti globali che si occupano del contrasto ai rischi di catastrofe ecologica. Un segnale incoraggiante arriva dal mondo della finanza e ha per epicentro New York, sede della principale Borsa Usa e metropoli dove hanno il loro quartier generale la maggior parte delle società bancarie, assicurative e finanziarie che operano negli States.
L’Autorità di controllo di New York aderisce alla rete globale sul clima
Il 25 settembre, il Dipartimento dei servizi finanziari (Dfs), cioè l’autorità di controllo dei servizi finanziari dello Stato di New York che regola assicurazioni e istituti bancari con attività per oltre 7.300 miliardi di dollari, ha aderito alla Rete per rendere più ecologico il sistema finanziario (Ngfs): il gruppo di azione climatica, creato alla fine del 2017, unisce a livello globale Banche centrali e organismi di controllo bancari e finanziari internazionali.
Il Dfs, sorto nel 2011 dalla fusione del Dipartimento bancario e dal Dipartimento delle assicurazioni dello Stato di New York, regola più di 1.800 compagnie assicurative con attività per oltre 4.700 miliardi di dollari e circa 1.500 istituti bancari e finanziari con attività totali per oltre 2.600 miliardi di dollari. Nel 2018 il Dfs ha raccolto quasi 795 milioni di dollari dalle sanzioni comminate a banche tra le quali Société Générale, Deutsche Bank e Goldman Sachs. Oltre che al Ngfs, il Dfs ha anche aderito al Sustainable Insurance Forum (Sif), un programma internazionale per la sostenibilità che raggruppa a livello globale le autorità di vigilanza sulle assicurazioni.
I disastri climatici costeranno agli Usa 750 miliardi in 10 anni
L’impulso per l’adesione del Dfs all’Ngfs e al Sif è stato dato dall’attenzione ai cambiamenti climatici del governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo. «Mentre il Governo federale Usa continua a negare il cambiamento climatico e revoca importanti normative progettate per rendere il nostro pianeta sostenibile per le generazioni future, lo Stato di New York è ancora una volta all’avanguardia nel fornire soluzioni un problema reale e in crescita», ha affermato la sovrintendente del Dfs, Linda Lacewell. «Sia il settore delle banche che quello delle assicurazioni a livello globale hanno un ruolo fondamentale da svolgere per affrontare i cambiamenti climatici e, in quanto membro di Ngfs e Sif, il Dfs collaborerà con i nostri partner internazionali e lavorerà a stretto contatto con gli istituti sottoposti alla sua supervisione per costruire un futuro sostenibile».
Il Dfs ha affermato che i recenti eventi meteorologici estremi, come l’uragano Dorian e gli incendi in California, potrebbero costare agli Stati Uniti 750 miliardi di dollari solo nel prossimo decennio. «Gli studi hanno anche dimostrato che i cambiamenti climatici comportano rischi per miliardi di dollari per il sistema finanziario statunitense» ha affermato l’agenzia newyorkese.
Anche Banca d’Italia nella rete globale
Il Network of Central Banks and Supervisors for Greening the Financial System (Ngfs), ovvero la rete di banche centrali e autorità di vigilanza finanziarie che mira a rendere più “verde” il sistema bancario e finanziario globale, è una struttura collaborativa che punta a raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.
Ciò include, ad esempio, la mobilitazione di capitali per investimenti verdi e a basse emissioni di carbonio. Ngfs identifica anche quali misure sono necessarie per gestire i rischi climatici.
In meno di due anni dalla sua istituzione nel dicembre 2017, l’Ngfs è cresciuta da otto membri iniziali a una cinquantina. I membri fondatori di Ngfs sono state le banche centrali e le autorità di vigilanza di Cina, Germania, Francia, Messico, Singapore, Regno Unito, Olanda e Svezia.
Le adesioni più recenti sono quelle delle Bance centrali di Abu Dhabi, Australia, Austria, Belgio, Canada, Colombia, Danimarca, Dubai, Finlandia, Grecia, Hong Kong, Ungheria, Irlanda, Italia, Giappone, Lussemburgo, Malesia, Malta, Marocco, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Sudafrica, Spagna, Svizzera e Thailandia.
All’Ngfs partecipano inoltre la Banca dei regolamenti internazionali (Bis), il Comitato di Basilea sulla supervisione bancaria (Bcbs), la Banca centrale europea (Bce), l’Autorità bancaria europea (Eba), la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Ebrd), la Banca europea degli investimenti (Eib), l’Autorità di controllo europea delle assicurazioni e delle forme previdenziali (Eiopa), l’Associazione internazionale delle autorità di vigilanza delle assicurazioni (Iais), l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), la Banca mondiale e il Forum le assicurazioni sostenibili (Sif).
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L’Ngfs intende impegnare i membri in obiettivi pratici
Frank Elderson, il banchiere centrale olandese che presiede l’Ngfs, ha dichiarato: «Il Dfs è la prima istituzione degli Stati Uniti a unirsi al nostro gruppo di volenterosi: questa adesione mi pare un altro segno incoraggiante del crescente slancio globale per rendere più ecologico il settore finanziario attraverso l’azione della comunità delle autorità di controllo finanziarie».
Morgan Després, vicedirettore per la stabilità finanziaria della Banca di Francia che dirige il segretariato dell’Ngfs, ha dichiarato che il network si concentrerà ora sul passaggio dalla diffusione di «raccomandazioni» a quella di «obiettivi pratici e concreti da realizzare». Questi includono un manuale di pratiche di vigilanza, una “manciata” di scenari climatici di alto livello da considerare e un manuale sui principi Esg (ambientali, sociali e di governance) che le Banche centrali potranno utilizzare nella gestione delle loro politiche di investimento.