Non solo ambiente. La salute di uomo e animali minacciata dalla plastica
Danni alla fertilità, aumento dei tumori a seno e prostata, pubertà e menopausa precoce. Crescono le preoccupazioni per l'effetto degli interferenti endocrini
Secondo gli ultimi dati di Eurobarometer, il 74% dei cittadini europei è preoccupato per l’impatto sanitario della plastica. E certo il loro timore non è infondato. Diffusa in ogni ambiente, attraverso la dispersione nei mari, la plastica è ormai nella catena alimentare. Di animale e uomini. Ed è il materiale più utilizzato per il packaging di moltissimi prodotti alimentari. Ormai, in tutto il mondo e da almeno 50 anni.
Pareri scientifici e influenze economiche
A regolamentarle l’utilizzo sono coinvolte le massime autorità a tutela della salute e della sicurezza alimentare. Tra loro, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) con il parere l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). Le loro indicazioni scientifiche sono alla base del lavoro della Commissione e del Parlamento europeo. Attraverso direttive e regolamenti vincolanti, le istituzioni Ue stabiliscono per ogni tipo di molecola chimica, le modalità per cui possono stare a contatto con il cibo che mangiamo e con i nostri corpi.
Ma non è solo la scienza a indirizzare le decisioni. Gli ultimi interventi legislativi e la richiesta di pareri all’EFSA da parte della Commissione su determinate sostanze (vedi il caso Glifosato e il Diquat) hanno messo in luce le pressioni di lobby e multinazionali. E certamente i loro interessi sono diversi dalla tutela della salute pubblica.
Sistema ormonale sotto attacco
Rimangono così “sul piatto” (letteralmente…) tutte quelle sostanze chimiche note come “interferenti endocrini”, che a determinate condizioni possono influire sul sistema ormonale di uomini e animali. EFSA ha appena pubblicato, lo scorso 7 giugno, il nuovo regolamento, inserito in una nuova direttiva comunitaria, stabilendo criteri scientifici per la determinazione delle proprietà degli interferenti endocrini. L’ultimo anello, si spera, di un lungo processo di verifica iniziato della Commissione europea già dal 1999.
Il nuovo regolamento rivela però anche un aspetto apparentemente tecnico ma di grande importanza per la salute pubblica. L’interferente endocrino noto come bisfenolo A (BPA) che è impiegato per usi alimentari, per la produzione di resine e come reagente nella carta termica, è di nuovo oggetto di un protocollo per la rivalutazione dei rischi sanitari, sempre da parte di EFSA. Lecito ma sotto la lente di ingrandimento, quindi. E non è la prima volta. Già nel 2015, la stessa autorità aveva completato la rivalutazione dell’esposizione al BPA e la sua tossicità Risultato? La dose giornaliera tollerabile del BPA era stata abbassata drasticamente. Da 50 a 4 μg per ogni chilogrammo di peso corporeo.
Anche a basse dosi effetti allarmanti
Una diminuzione più che necessaria, in base al principio di precauzione. Decine di studi hanno infatti ormai documentato, sugli animali da laboratorio, effetti preoccupanti sulla salute. Anche a dosi ben più basse di quelle ancora autorizzate. Un’assunzione giornaliera inferiore ai 4 milligrammi pro chilo produrrebbe infatti modifiche permanenti sui genitali e sulla prostata, sul tessuto mammario facilitando lo sviluppo di tumori, disturbi alla fertilità, perdite di peso e segni di pubertà precoce.
Dose (µg pro chilo al giorno) | Effetti (misurati in studi su ratti e topi). Descrizioni indicate dall’Environmental Working Group |
---|---|
0.025 | Cambiamenti permanenti nei genitali |
0.025 | Cambiamenti nel tessuto mammario che predispongono le cellule all’azione degli ormoni e sostanze cancerogene |
1 | Effetti avversi sulla riproduzione e cancerogeni a lungo termine |
2 | Incrementa il peso della prostata del 30% |
2 | Perdita di peso, riduzione della distanza fra ano e genitali in entrambi i sessi. Segni di pubertà precoce. |
2.4 | Diminuzione del testosterone nei testicoli. |
2.5 | Cellule del seno predisposte al cancro. |
10 | Cellule della prostata più sensibili agli ormoni e cancro. |
10 | Diminuzione comportamenti materni. |
30 | Invertite le normali differenze sessuali nella struttura del cervello e comportamento |
50 | Effetti avversi neurologici si verificano in primati non umani. |
50 | Disturbi nello sviluppo ovarico. |
Vigilanza pubblica carente
Tutti segnali di allarme che si sommano alla mancanza di una vera e propria azione di vigilanza sulla sanità pubblica in Europa: solo tre Stati (Francia, Svezia e Danimarca) hanno intrapreso una strategia nazionale per vigilare sull’impatto degli interferenti endocrini sulla salute dei propri cittadini. Eppure già con la Dichiarazione di Parma su ambiente e salute, a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel marzo 2010, si invitavano i governi ad adottare iniziative specifiche per proteggere la salute dei bambini dai rischi connessi alla presenza nell’ambiente di sostanze chimiche persistenti e bioaccumulabili.
In Italia è ora in corso uno studio di biomonitoraggio denominato “PERSUADED” su un campione nazionale di bambini e madri, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e del CNR di Pisa, per indagare la presenza di Ftalati e Bisfenolo A (BPA) e la loro associazione a patologie infantili sempre più diffuse. Tra di esse, le alterazioni dello sviluppo e l’obesità. I risultati non sono ancora stati resi noti.
BPA nelle urine dell’86% dei ragazzi inglesi
Intanto una ricerca inglese, pubblicata lo scorso febbraio dall’Università di Exeter, in Gran Bretagna, ha appurato la presenza di Bisfenolo A (BPA), nelle urine dell’86% degli adolescenti del campione esaminato. Esposizione non evitabile, a detta degli stessi ragazzi, per la dieta alimentare ormai quotidiana, “a causa della difficoltà di individuare cibi privi di BPA”, perché non espressamente indicato nelle etichette.