Gli Oscar del calcio sono tutti per i procuratori

Nel calcio lo schiaffo più duro lo abbiamo preso noi, il gol già diventato cult del regista macedone Aleksandar Trajkovski

© Engin Akyurt/Pexels

“Domenica in chiesa, lunedì all’inferno” era il sottotitolo nella versione italiana di Mean Streets, il capolavoro di Martin Scorsese. Adattando l’adagio al pallone, si potrebbe dire che la domenica il calcio piange miseria e chiede soldi al governo – il tavolo organizzato dalla sottosegretaria Valentina Vezzali per conto di Lega di Serie A e Figc in cui si implorano ristori anche per i miliardari – e il lunedì torna a regalare soldi agli amici degli amici – la pubblicazione da parte della federazione delle spese sostenute dai club di Serie A per i procuratori nell’anno solare 2021.

Sono 174 milioni complessivi. Un aumento del 26% rispetto ai 138 milioni del 2020, anno della pandemia, e un felice ritorno ai livelli record di 187 milioni del 2019. Purtroppo non sono incassi al botteghino ma spese contabilizzate per acquisti e cessioni di calciatori, rinnovi contrattuali, scambi di cortesie e magari di calciatori sconosciuti funzionali alle plusvalenze. Il tutto, ovviamente, mentre continua e si allarga a macchia d’olio l’inchiesta della magistratura sulle plusvalenze fittizie. Se la cosa vi disturba, non siete i soli: al di là di ogni facile populismo, questa è la fotografia del naufragio del calcio italiano, incapace di qualificarsi al Mondiale per la seconda volta consecutiva. Altro che il gol di Trajkovski.

174 milioni complessivi significa una media di 8,7 a squadra, dai 28 della Juventus, che da anni vince l’Oscar per il miglior film, ai 1,2 della Salernitana, premiata per la sceneggiatura non originale, essendo all’epoca la squadra campana una sussidiaria della Lazio. Miglior film straniero al Parma americano, che è riuscito a spendere 10,5 milioni per retrocedere, ricordando a tutti le meravigliose pellicole in bianco e nero in stile nouvelle vague sui fallimenti dei vari Tanzi, Ghirardi e Manenti. La statuetta per la miglior regia è andata invece all’Inter di Marotta, 27,5 milioni spesi a fronte dei 9 dello scorso anno, commissioni più che triplicate. Mentre il miglior attore protagonista segna il ritorno di un grande vecchio come Mourinho, che ha portato la Roma sul terzo gradino podio, se non in campo almeno in questa speciale classifica, con 25,9 milioni spesi. Gli effetti speciali sono del Milan, che pur avendo abbassato le spese dai 14,3 milioni del 2020 ai 12,6 del 2021 resta comunque quarto. Seguono, con i premi tecnici riservati agli outsider, le ottime performance di Atalanta (8,4), Fiorentina (8,3) e Sampdoria (7,2).

Questa è la situazione. Poi uno si chiede perché tutto quello che resta in mente dell’ultima serata degli Oscar è che sul palco sono volati gli schiaffi. E perché nel calcio il più duro lo abbiamo preso noi, il gol già diventato cult del regista macedone Aleksandar Trajkovski.