La pastorale padana di Berlusconi e Galliani

Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio

Nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte, c’è il rischio che ogni copia diventi sempre più sbiadita rispetto all’originale. Anche per i grandi maestri come Berlusconi e Galliani. Se poi già la loro prima grande opera era una copia (in campo dell’Olanda, fuori della polisportiva catalana més que un club, il Barcellona), talmente riprodotta da essere venduta alla fine come falso d’autore (la ridicola epifania di Mister Li, i soldi entrati da non si sa dove, la cessione al fondo d’investimento), ecco che il rischio inflazionistico è dietro l’angolo.

Il Monza, dal 2018 l’opera finale cui stanno lavorando i due maestri, rischia infatti di essere una débâcle clamorosa: economica e sportiva. La società brianzola ha il valore di rosa più alto di tutta la Serie B (47 milioni), seguono a distanza Empoli, Spal, Brescia, Lecce, poi dal Venezia (22) in giù siamo in un altro mondo. L’età media più alta (27,8 anni). Il secondo monte stipendi (19 milioni) dopo la Spal (22), con i ferraresi che però vengono da anni di A, mentre il Monza dalla C dopo anni tra i dilettanti.

Già in estate, con la pubblicazione dell’ultimo bilancio, era stato necessario l’intervento di Fininvest per ripianare il saldo negativo di 9,2 milioni. Se da un lato, infatti, erano triplicati i ricavi (da 1,3 a 4 milioni) dall’altro sono impazzite le spese. Poi, come se non bastasse, sul mercato di quest’anno sono stati investiti altri 19 milioni, per la costruzione una rosa pantagruelica che a partire dal più costoso degli acquisti (Maric, 4,5 milioni) non sta funzionando. Per capire l’enormità degli investimenti, oltre al rifacimento negli anni dello stadio, del centro di allenamento, di tutto l’indotto non sportivo del club, basti pensare che i 19 milioni investiti dal Monza sul mercato sono pari a quelli dell’intera serie cadetta francese (22 milioni) e spagnola (21) e il triplo di quella tedesca (6,5).

Gli ultimi risultati però raccontano che il Monza, nonostante gli enormi investimenti, quest’anno non salirà direttamente in Serie A. Potrà farlo, forse, solo attraverso i playoff. E, in caso di fallimento, è difficile immaginare un altro tentativo. Non sarebbe economicamente sostenibile. Ecco perché l’ultima opera dei due grandi maestri rischia di trasformarsi nella loro pastorale padana.