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Petrolio, i Paesi ricchi non sono più i principali consumatori

I Paesi in via di sviluppo, nello scorso aprile, hanno consumato più rispetto alle economie avanzate. Una tendenza che non si arresterà nel 2014.

  La domanda di petrolio proveniente dai Paesi in via di sviluppo ha superato ad aprile scorso quella in arrivo dalle nazioni più ricche. A riferirlo è l’Agenzia americana per l’informazione sull’energia (Energy Information Administration, EIA), che ha spiegato come il consumo negli Stati che non appartengono all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sia cresciuto di quasi il 50% nel corso dell’ultimo decennio. Il che ha portato il dato a toccare i 44, 5 milioni di barili al giorno ad aprile, contro i 44, 3 milioni delle economie avanzate.

L’EIA ha sottolineato come il dato possa senz’altro essere dipeso in parte da aggiustamenti stagionali, ma è chiaro anche che il calo della domanda registrato in particolare negli Stati Uniti ed in Europa è alla base della tendenza. Per questo, anche nel 2014 ci si attende lo stesso trend. 

Naturalmente, uno dei principali motori della crescita della domanda nei Paesi in via di sviluppo è costituito dalla Cina: il consumo nella seconda economia del mondo dovrebbe aumentare di 420-430 mila barili al giorno quest’anno. Ma si tratta di un dato in calo rispetto alla media 2004-2012, pari a 520 mila barili: una diminuzione favorita anche dallo sviluppo delle energie rinnovabili, ed in particolare del solare, per il cui sfruttamento la Cina si pone come uno dei leader a livello mondiale.