Quanto è costato lo scudetto dell’Inter?
Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio
Si potrebbe dire 600 milioni (l’ad Beppe Marotta dice 700), ovvero quanto ha investito la proprietà Suning in quattro stagioni. In realtà molto di più, se si calcola la difficile situazione patrimoniale e debitoria della squadra nerazzurra. All’ultimo bilancio disponibile, chiuso il 30 giugno 2020, l’Inter aveva infatti un patrimonio netto consolidato di -37 milioni (erano -4 l’anno prima) e debiti finanziari per 244 milioni, senza contare quelli verso la proprietà, altrimenti si sale a 374 milioni. E in un mondo del calcio dove gli introiti sono in calo per tutti, le cose non sembrano migliorare: questo inverno il Cda nerazzurro ha approvato una semestrale di chiusura del 2020 con una perdita di 62,7 milioni.
La causa principale dei debiti, per l’Inter e per le altre società, sono però le varie obbligazioni sottoscritte con le banche d’investimento o nei vari paradisi fiscali, che portano tra l’altro tassi d’interesse altissimi. Gli interessi di queste obbligazioni per l’Inter sarebbero al 9%, da liquidare entro dicembre 2022, e infatti Zhang sta già guardando all’ennesimo fondo per rifinanziare i finanziamenti. C’è da dire, però, che questi debiti sono paradossalmente anche una tutela: i detentori delle obbligazioni (o delle nuove obbligazioni emesse per ripagare le vecchie) tendono a diventare garanzia di liquidità. E questa è la miglior rappresentazione di come il sistema calcio sia oramai gestito come un prodotto finanziario. E a gestirlo sono sempre più, direttamente o indirettamente, proprio i fondi d’investimento: Suning non fa eccezione.
Dopo le pesanti perdite, la cessione del 23% del gruppo a conglomerati statali cinesi e la chiusura di ogni attività calcistica nel suo Paese, nel primo semestre del 2021 ha segnato un utile di mezzo miliardo circa e ha ripagato debiti e obbligazioni per oltre 2 miliardi. Difficile vedere un disimpegno all’orizzonte, piuttosto servono nuovi soci. E nuovi debiti. Vincere costa, l’Inter ha l’allenatore più pagato (12 milioni l’anno) e un monte ingaggi altissimo (150 milioni). Certo, ci saranno i soldi della prossima Champions e i vari bonus per lo scudetto: sicuri almeno 30 milioni, destinati a crescere tra percorsi europei, aumento del valore dei calciatori e un nuovo main sponsor, che si spera raddoppi i 12 milioni versati l’ultimo anno da Pirelli, che lascia dopo 25 anni. Ma continuare a vincere costerà sempre più. Se uno scudetto ha richiesto questi ingenti investimenti, e ha portato a questa situazione patrimoniale e debitoria, non osiamo nemmeno immaginare quanto possa costare aprire un ciclo.