Imponiamo il paracadute a chi investe nelle fossili

Lanciata una campagna per chiedere agli istituti finanziari di accantonare capitali adeguati a fronte delle esposizioni nel settore delle fossili

© Viktoriya Fivko/iStockPhoto

Le regolamentazioni che disciplinano le attività di banche e compagnie d’assicurazione devono cambiare se si vogliono convincere gli istituti finanziari ad abbandonare il prima possibile i business legati alle fonti fossili. A chiederlo è un gruppo di accademici e organizzazioni della società civile – tra le quali Finance Watch, The Sunrise Project e Fondazione Finanza Etica – che in una lettera aperta lanciano un appello alle istituzioni internazionali e ai governi.

Investire in carbone, petrolio e gas, infatti, è sempre più pericoloso anche per gli stessi istituti finanziari. Di qui la proposta di modificare le regole sui fondi propri: quei capitali che vengono accantonati per fronteggiare eventuali fasi di crisi. Secondo i firmatari, per ogni euro investito nei progetti sulle fossili, gli istituti finanziari dovrebbero disporre di un euro di fondi propri per garantire le potenziali perdite future. “Uno a uno”, come avviene per la classe di investimenti più rischiosi definita dalla regolamentazione.

La crisi climatica mette a rischio la stabilità del sistema economico e finanziario

Il peso inadeguato dell’attuale ponderazione del rischio, infatti, agevola di fatto investimenti che mettono a rischio non solo la lotta ai cambiamenti climatici. Ma anche la stabilità del sistema economico globale. Distorcendo i mercati e rendendo artificialmente convenienti le fonti fossili.

Accademici e organizzazioni della società civile sottolineano che «con la transizione verso un’economia low-carbon, gli investimenti nelle fossili diminuiranno rapidamente di valore. Ciò porterà ad enormi perdite per gli istituti finanziari, e potrebbe comportare la necessità di interventi di salvataggio. Nel qual caso a pagare saranno le istituzioni pubbliche». Ovvero tutti noi.

Per questo i livelli dei fondi propri devono essere sufficienti e tenere conto degli enormi rischi posti dal business as usual nel carbone, nel petrolio e nel gas. La richiesta si trasformerà ora in una campagna, condotta dai soggetti firmatari e battezzata “One-for-One” (“uno a uno”, appunto). Nella speranza che gli enti regolatori raccolgano in fretta l’appello.


Questo articolo è stato pubblicato in 11 anni – storie e approfondimenti sulla crisi climatica, la newsletter che Valori.it invia ogni venerdì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Ambiente” tra i tuoi interessi.