Roma e Everton hanno molto da dirsi, e non è detto sia un bene

La famiglia Friedkin, proprietaria della Roma, sta completando l’acquisto dell’Everton. E questo può indicare un disinvestimento giallorosso

La Curva Sud dello Stadio Olimpico di Roma © WikiCommons

Parafrasando un celebre sketch di Corrado Guzzanti, è probabile che ai tifosi della As Roma venga da chiedersi: «Evertoniano, ma io e te, cosa abbiamo da dirci?». Dopo settimane di indiscrezioni, l’Everton Football Club ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui è scritto che è stato concesso un periodo di esclusiva per l’acquisto della società a The Friedkin Group, il conglomerato finanziario attraverso cui il miliardario texano Dan Friedkin controlla la Roma. E dall’anno scorso anche il Cannes, quarta serie francese. Così, per rispondere alla domanda su cosa possano dirsi tra loro Roma e Everton, si scopre che i due club hanno tra loro certamente più affinità che divergenze. E questo non è detto sia un bene, soprattutto per le ambizioni dei giallorossi.

L’Everton non è una società in salute. È arrivata quindicesima in Premier League con una penalizzazione di otto punti per avere infranto le regole di sostenibilità. In buona sostanza ha speso per il calciomercato più di quello che le era consentito. Una situazione simile a quella della Roma. Proprio per rientrare nei parametri di sostenibilità e non avere penalizzazioni, negli ultimi anni i giallorossi hanno infatti dovuto accontentarsi di calciatori in prestito o a parametro zero. Ma le similitudini non finiscono qui. Entrambe le squadre mancano da diversi anni dai grandi palcoscenici. I loro numeri economico finanziari dicono che sono squadre “medie”, fuori dal circolo dei top club europei. E, soprattutto, entrambe hanno bilanci abbastanza preoccupanti.

Roma e Everton sono molto simili, a partire dai debiti

La Roma non gioca in Champions League dal 2019, l’Everton addirittura dal 2005. Per questo, per il Deloitte Football Money League 2024 entrambi i club sono oramai fuori dalla top 20 del calcio europeo. La Roma è ventiquattresima, dietro il Brighton e il Benfica, con ricavi intorno ai 215 milioni di euro. L’Everton è trentesimo, con entrate complessive intorno ai 198 milioni. Per capirci, Real Madrid, Manchester City, Barça e Psg viaggiano oltre gli 800 milioni. Juventus, Inter e Milan stanno intorno ai 400. Si può tranquillamente dire che entrambe le squadre non rispettano il loro potenziale a livello di storia calcistica, della tifoseria e della città in cui giocano.

E veniamo ai bilanci. Qui le similitudini, purtroppo, sono ancora più marcate. Nonostante tutti i rifinanziamenti operati negli ultimi anni dalla famiglia Friedkin, al bilancio del 30 giugno 2023 la As Roma aveva debiti complessivi per quasi 700 milioni di euro. Di cui la metà con The Friedkin Group. Mentre nel 2023 l’Everton aveva debiti per circa 400 milioni di euro. Certo, Inter, Juventus e Manchester United hanno debiti ancora più alti ma, come abbiamo visto prima, i fatturati non sono paragonabili. Questo il motivo per cui Farhad Moshiri, che con la Moshiri’s Blue Heaven Holdings controlla il 94% dell’Everton, da anni lo ha messo in vendita. Con situazioni paradossali come quella di 777 Partners.

L’Everton invece batte la Roma per le prospettive future

Queste le similitudini tra i due club, poi ci sono le differenze. Tutte a favore dell’Everton. Innanzitutto i ricavi, dove non c’è paragone tra Serie A e Premier League. In media i grandi club italiani prendono ogni anno tra i 50 e i 100 milioni dalla vendita dei diritti televisivi. E la loro capacità di vendere il marchio (sponsorizzazioni, merchandising ecc.) è abbastanza limitata. Invece in Inghilterra un grande club ogni anno porta a casa oltre 300 milioni dai soli diritti tv, e un club medio come l’Everton può arrivare a 200. In generale la Premier è un marchio assai spendibile a livello globale. Poi c’è la questione stadio. La costruzione dello stadio di proprietà della Roma, che garantisce almeno un centinaio di milioni l’anno di ricavi, è in alto mare. Mentre l’Everton che ha già uno stadio di proprietà, il mitico Goodison Park, entro gli Europei del 2028 si sposterà in un nuovo e ancor più moderno impianto.

Nel calcio di oggi dominano le multiproprietà, grazie anche al via libera di Uefa e Fifa. I già citati 777 Partners e altri fondi come RedBird, BlueCo, City Group, Lindsell Train, Oaktree, Arctors Partners e via dicendo hanno quote di maggioranza o minoranza dappertutto. Resta però da vedere quale possa essere l’interesse della famiglia Friedkin ad acquistare l’Everton. Sembra escluso che due club “medi” abbiano interesse a fare player trading tra loro, sullo stile Red Bull. Anche perché, di solito, per questa e per altre operazioni di maquillage finanziario si comprano una squadra grande e una o due più piccole. Cresce quindi l’ipotesi che nel medio termine i Friedkin vogliano disimpegnarsi dalla Roma. Anche perché oramai l’interesse di questi grandi investitori è quello di comprare e rivendere le squadre a stretto giro di posta. Come una volta si faceva coi calciatori. Staremo a vedere.