Lo scandalo delle acque minerali che coinvolge anche Nestlé
Secondo un'inchiesta, in Francia Nestlé e altri colossi delle acque minerali hanno violato le leggi sulla sicurezza. E il governo lo sapeva
In Francia da più di un anno è in corso uno scandalo che riguarda i principali giganti delle acque minerali e coinvolge soprattutto Nestlé. Lo scorso anno un’inchiesta di Le Monde e Radio France aveva svelato pratiche illegali nel controllo e nella filtrazione delle acque minerali. Ulteriori indagini della commissione di inchiesta del Senato hanno scoperto un coinvolgimento della presidenza della Repubblica. Secondo quanto riportato da Novethic, infatti, «l’Eliseo ha aperto le porte dei ministeri a Nestlé Waters pur sapendo che il gruppo barava da diversi anni sul trattamento delle sue acque minerali Perrier e Hépar».
Lo scandalo delle acque minerali di Nestlé, dall’inizio
Il 30 gennaio 2024 Le Monde ha pubblicato un’inchiesta su una serie di marchi di acque commercializzati come “di sorgente” o “minerali naturali”. Che però avevano ben poco di naturale, perché trattate con tecniche di purificazione. Pratica che in Francia è illegale. Accadeva, secondo le giornaliste e i giornalisti di Le Monde e Radio France, almeno dal 2021.
La legge francese prevede che, per conservare la qualità della loro composizione microbica, le acque commercializzate come “minerali naturali” non debbano essere disinfettate o filtrate eccessivamente. Le indagini governative però hanno scoperto che, dal 2020, in una serie di pozzi industriali esistevano filtri e si operavano trattamenti che violavano le norme vigenti. In particolare la pratica era diffusa negli stabilimenti di colossi come Nestlé Waters e Alma.
C’è dell’altro. Secondo l’inchiesta, le case di produzione erano solite mescolare «acque non autorizzate provenienti da diverse fonti sfruttate» o acque del rubinetto. Oltre che aggiungere anidride carbonica ad acque vendute come naturalmente gassate. Nonostante le prime indagini istituzionali, i produttori hanno continuato ad assicurare la salubrità delle acque. Solo nel 2021 Nestlé, in un’audizione con il ministero dell’Industria, ha ammesso che in tutti i suoi siti di confezionamento venivano usati trattamenti illegali. La notizia è stata tenuta riservata, anche quando nell’acqua in bottiglia è stata trovata una contaminazione di nanoplastiche.
Il coinvolgimento del governo
Gli ultimi sviluppi estendono i contorni della vicenda mostrando un coinvolgimento della Presidenza della Repubblica. Nel 2022 compare una nota della stessa Presidenza – riportata da Novethic – in cui si parla di utilizzo eccessivo della filtrazione. E della vulnerabilità di alcuni siti in cui nel frattempo era stata interrotta la produzione. Nel 2024 il segretario generale dell’Eliseo Alexis Kohler ha ricevuto una e-mail da un consigliere presidenziale. Oggetto della comunicazione era il fatto che nella regione del Gard ci fossero «sorgenti sempre più regolarmente inquinate, in particolare da fonti batteriologiche e in parte da sostanze fecali». Macron ha negato di essere a conoscenza della situazione. Kohler, che nel frattempo si è dimesso, ha rifiutato di riferire in commissione per una questione di «separazione dei poteri».
Eppure i documenti trasmessi dallo stesso Eliseo dimostrano fitti scambi tra Nestlé e la presidenza. «Il Presidente della Repubblica era tutt’altro che una fortezza inespugnabile per quanto riguarda l’attività di lobbying di Nestlé – ha dichiarato il senatore Alexandre Ouizille, relatore della commissione –. Il Presidente della Repubblica sapeva, almeno dal 2022, che Nestlé stava imbrogliando da diversi anni. Era consapevole che ciò distorceva la concorrenza con altre aziende minerarie. Era a conoscenza della contaminazione batteriologica e persino virologica di alcuni pozzi».
L’Eliseo sapeva almeno dal 2022
Secondo le indagini del gruppo investigativo governativo, infatti, ci sono stati contatti tra il Eliseo e Nestlé dal 2022. E fino alla fine del 2024. Lo scorso 10 ottobre, infatti, il direttore generale di Nestlé Laurent Freixe è stato ricevuto dal segretario generale. Incontro quantomeno ambiguo visto che, in quella data, esisteva già la proposta di istituire una commissione di inchiesta. Nel corso di quell’incontro a Freixe è stato detto che avrebbe ricevuto contatti di una serie di persone inserite nei ministeri. Qualche giorno dopo, il 14 ottobre, il lobbista di Nestlé Nicolas Bouvier ha ricontattato la segreteria della presidenza.
Rispetto alla vicenda, Kohler resta indisponibile per la commissione, mentre Nestlé continua a difendere la sicurezza dei propri prodotti e la trasparenza nelle relazioni istituzionali, negando di aver effettuato pressioni.