Dietro il business dell’avorio: terrorismo e traffico di droga, armi e persone

Gli elefanti non sono le uniche vittime del traffico di avorio. C’è lo sfruttamento delle comunità africane, corruzione e proventi per terroristi e criminalità organizzata

Andrea Crosta
Sequestro di avorio da parte dei militari africani (foto Earth League International)
Andrea Crosta
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Il traffico internazionale di avorio non nasconde solo il massacro di decine di migliaia di elefanti ogni anno e il rischio di estinzione per una delle specie più antiche e iconiche del Pianeta, ma c’è anche lo sfruttamento delle comunità più povere in Africa, corruzione ai più alti livelli governativi e tantissimi soldi per milizie, terroristi e criminalità organizzata.

Un traffico disumano

Quando pensiamo a questo tipo di traffico, ci vengono in mente immagini di carcasse di elefanti nella savana Africana, governi che distruggono l’avorio sequestrato davanti alle macchine fotografiche, funzionari delle forze dell’ordine che sorridono davanti ai container di avorio intercettati nei porti, e negozi in Cina che vendono oggetti in avorio di tutti i tipi, al costo migliaia di dollari al chilogrammo.

C’è però un aspetto di questa tragica storia che viene sempre trascurato e che dovrebbe essere considerato dai Paesi europei che ancora permettono la vendita di avorio: quello del costo umano dietro questo antico e terribile traffico.

Avorio significa schiavitù

Innanzitutto, l’avorio è storicamente e inesorabilmente legato allo sfruttamento e alla riduzione in schiavitù delle popolazioni africane. Non a caso il traffico di avorio verso l’Europa è coinciso per molto tempo con il business della schiavitù, con schiavi costretti a portare a spalla ingenti quantità di avorio verso i porti gestiti dalle potenze europee dell’epoca. L’avorio portato da quei poveri esseri umani è ancora presente in Europa in negozi, case d’aste e soffitte.

Nel XX e XXI secolo questo traffico si è sovrapposto alle attività di gruppi criminali, paramilitari e terroristici che includono il traffico di armi, droga ed esseri umani.

Come i diamanti, l’oro, il coltan o legname, l’avorio è diventato una risorsa che alimenta conflitti e scontri nell’Africa sub-sahariana. Il materiale è tutt’ora circolante e acquistabile in Europa e in Italia.

Un negozio a Pechino di zanne di avorio decorate (foto Earth League International)

Risorsa per finanziare terrorismo e traffici di droga e persone

Nel 2010-12, un’indagine di 18 mesi in Kenya condotta dal sottoscritto ha trovato informazioni a supporto del fatto che l’organizzazione somala terroristica al-Shabaab era in grado di finanziare le proprie attività anche con i profitti provenienti dall’avorio.

In un’altra investigazione in Africa orientale della mia organizzazione Earth League International (ELI), abbiamo identificato un gruppo criminale che re-investiva i profitti dell’avorio illegale nel business del traffico di persone.

In altre investigazioni in Africa e Asia, molti dei trafficanti da noi identificati, sono attivi anche nella vendita di droga, legname illegale e riciclo di denaro sporco.

…per acquistare armi

Milizie come i Seleka nella Repubblica Centro Africana, i Janjaweed in Sudan e la Lords Resistance Army in Africa centrale sono state tutte legate al contrabbando di avorio per finanziare l’acquisto di armi e le loro operazioni sanguinarie. Inoltre, vari esponenti governativi in Africa e in Asia sono stati implicati nel facilitare il commercio e l’esportazione di avorio per arricchirsi e rimanere al potere.

Infine, il costo umano di questo commercio include anche migliaia di vittime dello scontro giornaliero tra bracconieri in cerca di pochi soldi e rangers impegnati a difendere gli elefanti, senza contare gli orfani e le vedove che questa guerra si lascia alle spalle ogni anno.

…e alimentare gruppi criminali

Il traffico di avorio destabilizza e corrompe sempre più Stati già instabili e fornisce fondi a gruppi criminali e trafficanti sempre più potenti e sofisticati, capaci di spostare centinaia di tonnellate all’anno di avorio dall’Africa all’Asia.

Il documentario di Netflix ‘The Ivory Game’, co-prodotto da Leonardo Di Caprio e che vede protagonisti la mia organizzazione e il mio team di investigatori, illustra molto bene la complessità e la violenza dietro il traffico internazionale di avorio, nelle mani di criminali senza scrupoli e trafficanti asiatici di altissimo livello. Il documentario ha seguito i nostri team di investigatori in Africa, Vietnam e Cina durante l’Operazione Game Over.

Le nostre responsabilità

E di tutto questo siamo responsabili anche in Europa e in Italia.

Nel 2018, in collaborazione con l’organizzazione Avaaz e l’Università di Oxford, la mia organizzazione Earth League International ha acquistato legalmente 109 oggetti in avorio in 10 Paesi europei, compresa l’Italia, in negozi e on line, con lo scopo di farli testare dall’Università di Oxford per determinare il periodo in cui l’elefante era stato ucciso, usando la datazione al radiocarbonio.

Si è scoperto che quasi un quinto degli oggetti conteneva zanne di elefanti uccisi dopo il 1990. Tre quarti degli articoli risalgono a dopo il 1947. La vendita di avorio fatta dopo tale data è soggetta a restrizioni e per essere venduta legalmente richiede documentazione ufficiale, che non abbiamo mai trovato. Un oggetto in avorio acquistato legalmente nei Paesi Bassi proveniva da un elefante ucciso negli anni 2000.

Questa e altre ricerche simili hanno mostrato come l’Europa debba fare di più per controllare il traffico e la vendita di avorio, assumendosi la responsabilità indiretta dei crimini ignobili commessi dai grossi trafficanti e gruppi criminali africani e asiatici.

Dietro una statuina o un gioiello in avorio non c’è solo il massacro di una specie animale comparsa molto prima di noi, ma c’è anche lo sfruttamento e il sangue di migliaia di persone, la sofferenza di orfani e vedove, atrocità commesse da milizie e gruppi terroristici.


* Andrea Crosta lavora per Earth League International e ha condotto diverse indagini sui traffici di avorio.