La Serie A vuole mettere all’indice la liquidità
La Fgic vuole inserire "l'indice di liquidità" tra i parametri necessari per l'iscrizione alla Serie A. Si preannuncia una lunga battaglia con la Lega Calcio
Se manca la liquidità, meglio metterla all’indice, ovvero bollarla come spregevole, cacciarla via. Si preannuncia una lunga battaglia tra Lega Calcio e Figc dopo che quest’ultima ha deciso di inserire “l’indice di liquidità” tra i parametri necessari per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie A. Probabile finisca a tarallucci e vino, con deroghe, dispense ed eccezioni (non con l’abrogazione, sarebbe una figuraccia) o male che vada a colpi di ricorsi e carte bollate.
Andiamo con ordine. L’indice di liquidità, oggi previsto allo 0,6%, è calcolato attraverso il rapporto tra le Attività Correnti (AC) e le Passività Correnti (PC): il che vuol dire che gli attivi di un club devono coprire almeno il 60% delle spese. La scelta dell’indice di liquidità permette alla Figc di chiudere un occhio sui passivi (lo scorso anno la Serie A ha sfondato il miliardo) e sui debiti (qui siamo oltre i 3,5 miliardi), altrimenti l’anno prossimo giocherebbero tre o quattro squadre. E permette a tutti di fingere che alcuni club – pur indebitatissimi e con bilanci da fare paura – siano però in grado di andare avanti nella gestione corrente.
Ma purtroppo non è così. Per intenderci, una società sana dovrebbe avere l’indice di liquidità come minimo sopra l’1%, ma negli anni ci si è accontentati dello 0,8%, dello 0,7%, dello 0,6% e via dicendo. Sempre senza tenere conto dei bilanci in passivo e dei debiti, vale la pena di ricordare, qui parliamo proprio del minimo sindacale, della gestione dell’attività corrente: il che vuol dire che le società calcistiche proprio non sono capaci di gestire alcunché, oltre ogni indice della vergogna.
Il problema è che finora se non rispettavi l’indice di liquidità la massima sanzione era il blocco del mercato (vedi il caso Lazio), ma dall’anno prossimo la minima pena dovrebbe essere la mancata iscrizione al campionato. Per venire incontro ai club, la Figc ha abbassato ulteriormente l’indice allo 0,5%, ma non basta, questi chiedono lo 0,4% e non vogliono che sia discriminante. Sarebbero infatti almeno una decina le squadre non in grado di rispettare lo 0,5%, poche di meno lo 0,4%.
Già in settimana sono previste assemblee e consigli, vedremo se finirà a tarallucci e vino o a carte bollate. Altrimenti l’anno prossimo, mentre nel resto del mondo vedranno anche i Mondiali, manifestazione che noi nemmeno ci ricordiamo più cosa sia, noi guarderemo un minitorneo di Serie A tra sei squadre. Chissà se le televisioni faranno lo sconto sugli abbonamenti.