La sottile verniciata di verde delle grandi banche europee
Un rapporto analizza le rendicontazioni ambientali delle grandi banche europee. Tutte si ammantano di verde, ma la realtà è ben diversa
A parole sono tutti bravi. E soprattutto tutti sostenibili. La realtà è però ben diversa. Una nuova ricerca di ShareAction intitolata “Ambizioni verdi, realtà grigie”, evidenzia la distanza tra le dichiarazioni sull’impegno ambientale e l’operatività delle maggiori banche europee.
Nel dettaglio, vengono esaminati i report ambientali dei venti maggiori gruppi bancari europei per provare a valutare se corrispondono alla realtà operativa o se le frequenti accuse di greenwashing rivolte al settore bancario siano fondate. La ricerca illustra una situazione sconcertante: confusione sulla definizione degli obiettivi, rendicontazione poco chiara e pochissimo trasparente, metodologie che sembrano costruite su misura per gli obiettivi che ci si vuole dare, e in generale l’impossibilità di capire se le grandi banche siano davvero impegnate per agire contro i cambiamenti climatici o se al contrario stiano solo dicendo di farlo.
Rendicontare alcune operazioni e non altre è la tecnica più utilizzata
La tecnica più utilizzata è quella rendicontare alcune operazioni e non altre. Come ci si potrebbe purtroppo aspettare, nelle comunicazioni delle grandi banche viene magnificato l’impegno ambientale e per progetti su rinnovabili o trasporto pulito, mentre molto meno spazio hanno i report sugli enormi capitali che nello stesso momento sono destinati alle fossili. La definizione stessa di greenwashing, o, nelle parole dei ricercatori «un sottile strato di intonaco verde» messo per nascondere la realtà dei fatti.
ShareAction dedica particolare attenzione alle banche inglesi. La Barclays, ad esempio, che dichiara di «dedicarsi ad aiutare le imprese ad agire per affrontare le sfide ambientali e di sostenibilità con le quali deve misurarsi il nostro Pianeta» e sostiene di «fornire la finanza verde e sostenibile necessaria per trasformare l’economia di cui è al servizio». Belle parole, per quella che secondo i ricercatori è la banca in Europa che più finanzia i combustibili fossili.
Un altro problema è che ogni banca si da delle metodologie, obiettivi e sistemi di rendicontazione diversi. Questo significa che ogni banca può darsi una propria definizione di “sostenibilità”. Spesso le banche usano parametri differenti quando fissano obiettivi per i loro finanziamenti verdi rispetto a quando fissano obiettivi per le loro attività legate ai fossili. Non sorprende che ciò le abbia portate a sottostimare gli impatti negativi delle loro emissioni, sovrastimando invece gli impatti positivi dei loro finanziamenti verdi. In altre parole, in questa arbitrarietà di definizioni è facile giostrare per magnificare il proprio impegno per il clima e nascondere gli impatti più negativi.
«Le banche continuano a generare profitti osceni con le fossili»
Non parliamo unicamente di metodologie differenti tra una banca e l’altra, ma incredibilmente anche all’interno della stessa banca. La ricerca cita il caso di una banca che nei propri report considera gli investimenti finanziari nei combustibili fossili unicamente con un peso del 33%, sostenendo che un investimento in azioni o obbligazioni è un’operazione meno diretta rispetto all’erogazione del credito, e contabilizzando quindi unicamente un terzo delle emissioni legate al finanziamento stesso. Peccato che al contrario la stessa banca, per la stessa operazione finanziaria, contabilizzi il 100% dell’investimento quando riguarda le rinnovabili o l’efficienza energetica.
Gli esempi riportati nella ricerca sono molti altri, ma la sostanza purtroppo rimane la stessa. Tutte le banche si rendono conto della crescente attenzione di clienti e risparmiatori verso l’emergenza climatica e ambientale, e tutte le banche dedicano enormi attenzioni a comunicare la loro “sostenibilità”. Nello stesso momento, nelle parole di una delle ricercatrici «le banche a cui la maggior parte di noi affida i propri soldi stanno investendo montagne di denaro nel collasso climatico, minacciando il futuro del nostro Pianeta. Stanno investendo massicciamente in settori come quello del gas, del petrolio e del carbone, e lo fanno per una sola ragione: generare profitti osceni».