Le squadre di calcio italiane valgono la metà delle altre
Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio
Il calcio continua a essere un ottimo affare, nonostante i danni portati dalla pandemia e nonostante parte dei soldi che girano non siano iscritti a bilancio ma finiscano su conti offshore, come anche lunedì 7 giugno ha mostrato la trasmissione Report.
Lo conferma l’ultimo Football Benchmark di KPMG, nota società di revisione olandese. Il report sulle 32 società più ricche del panorama europeo, pubblicato a inizio di giugno, dice che nonostante un calo del valore medio del 15% (circa 6 miliardi in totale) il calcio europeo gode di ottima salute: il Real Madrid, primo come sempre, ha un valore d’impresa (calcolando attraverso la somma di patrimonio e debiti, togliendo cassa e plusvalenze di mercato) di circa 3 miliardi di euro. Seguono il Barcellona a 2,9, il Manchester United a 2,7, il Bayern a 2,6 e il Liverpool a 2,3. Poi le finaliste di Champions, City e Chelsea, il PSG e il Tottenham, ultima delle prime dieci la Juventus con 1,5 miliardi. Leggendo il report è subito evidente il dominio delle squadre inglesi, che portano ben 8 squadre su 32 e 5 nelle prime 10. E – questo è il dato più importante – che le prime 10 da sole valgano più delle altre 22.
Ricordate la Super Lega? Il fatto che a promuoverla ci fossero ben 6 inglesi su 12 club in totale? Bene, il Football Benchmark di KPMG è una rappresentazione plastica del fatto che la Super Lega esiste già. Setacciando più a fondo il report si scopre invece che a fare meglio finanziariamente sono state Atalanta, Ajax, Olympique Marsiglia, Atletico Madrid e Borussia Dortmund e a fare peggio Schalke 04, Roma e Leicester. E, soprattutto, si scopre che i club italiani nonostante siano saliti a sette con l’ingresso nelle prime 32 dell’Atalanta valgono molto poco rispetto agli altri. Aggiungendo infatti al valore della Juve (1,5 mld) quelli di Inter (870 milioni), Napoli (480), Milan (430), Roma (400), Atalanta (360) e Lazio (300) si ha una media di valore di 620 milioni che è meno della metà del valore medio degli otto top club inglesi, che valgono 1,6 miliardi in media, e di quelli tedeschi (1,4). E circa la metà delle sei squadre spagnole più importanti (1,3).
Ennesima certificazione al ribasso del valore di un movimento calcistico che non vince la Champions da più di dieci anni e l’Europa League dallo scorso secolo, quando ancora si chiamava Coppa Uefa. Quando pensavamo di dominare il mondo (calcistico) e quando già buona parte dei soldi non finiva a bilancio ma nei conti offshore.