La Svizzera rinuncia a responsabilizzare le multinazionali
Nonostante un voto popolare favorevole, i Cantoni svizzeri hanno respinto una proposta che imponeva regole più stringenti alle multinazionali.
Le multinazionali svizzere sono state ad un passo dall’essere costrette a rendere conto del rispetto dei diritti dell’uomo e dell’ambiente nell’ambito dei loro business. A un passo . Perché nonostante la volontà popolare, le autorità elvetiche hanno, di fatto, preferito rinunciare a sostenibilità e responsabilità d’impresa.
La norma approvata dagli elettori con il 50,7% dei voti
I Cantoni svizzeri (14 su 26 secondo quanto riferito dalla stampa internazionale) hanno infatti respinto una proposta di legge che era stata approvata con il 50,7% dei voti dalla popolazione. L’“Iniziativa sulle multinazionali responsabili” avrebbe rappresentato un cambiamento epocale per la ricca nazione europea. Introducendo il principio del dovere di vigilanza anche sulle catene di approvvigionamento. Le aziende avrebbero infatti rischiato multe e processi in caso di mancanze anche nelle loro divisioni presenti all’estero.
La norma era stata proposta da un collettivo di organizzazioni non governative, istituti religiosi e sindacati. Secondo i Cantoni, però, i rischi in termini di ripercussioni sull’economia svizzera sarebbero stati troppo elevati in caso di approvazione.
Fonti fossili
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Ciò che colpisce è il fatto che un “dissenso” rispetto alle indicazioni del voto popolare è rarissimo nella Confederazione. Esso permette di fatto al governo di far entrare in vigore una contro-proposta. Che, nel caso specifico, prevede alcuni obblighi di trasparenza in particolare sull’estrazione mineraria e sul lavoro minorile.
La Svizzera divisa sulle multinazionali
«Sono estremamente delusa, ma abbiamo riscontrato un sostegno incredibile. Abbiamo generato un ampio dibattito a livello nazionale, in merito ai valori che vogliamo imporre in un’economia globalizzata», ha affermato la consigliera di Stato dei Verdi Lisa Mazzone. Mentre Greenpeace ha sottolineato l’occasione mancata: «Avremmo potuto imporrare a chi inquina o viola i diritti fondamentali di dover rispondere delle proprie azioni».
A livello geografico, in Svizzera è emersa una frattura “linguistica” sulla questione. I Cantoni germanofoni hanno infatti votato in prevalenza contro l’iniziativa. Ad esempio, nel Canton Zugo – nel quale ha sede il colosso minerario Glencore – la norma è stata respinta con il 64,8% dei voti popolari. Mentre nei Cantoni francofoni essa è stata approvata quasi ovunque.