Tassi, hedge fund e shadow banking: perché il sistema finanziario rischia
Il Financial Stability Board ha lanciato l'allarme: il sistema finanziario mondiale è vulnerabile. Ecco perché
La parola “resilienza” è una delle più usate in ambito finanziario, intendendo in particolare la capacità di assorbire shock e impatti negativi. Tale capacità ha però dei limiti, e alcuni segnali appaiono oggi decisamente preoccupanti. Si potrebbe riassumere cosi il messaggio diffuso un paio di settimane fa da Klaas Knot, presidente del Financial Stability Board (FSB) in vista del vertice del G20 che si è svolto in India il 9 e 10 settembre. Il FSB è un organismo internazionale che riunisce ministri delle Finanze, banchieri centrali e autorità di vigilanza di 25 giurisdizioni del pianeta. Ed è considerato una delle fonti più autorevoli riguardo analisi e ricerche sul sistema finanziario.
I fattori che rendono incerto il futuro del sistema finanziario globale
In un anno già segnato dagli scandali della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse, da prospettive di recessione legate alla guerra in Ucraina, il prossimo futuro appare per lo meno incerto. Il rischio principale è legato al continuo aumento dei tassi deciso dalle banche centrali sulle due sponde dell’Atlantico per cercare di contrastare l’elevata inflazione. Tassi di interesse più alti possono portare a maggiori difficoltà nel ripagare i propri debiti, come ha vissuto sulla propria pelle chiunque abbia sottoscritto un mutuo a tasso variabile e si trova con rate sempre più onerose da ripagare. A tale difficoltà si sommano quelle legate a un generale rallentamento della crescita economica su scala globale. Un rallentamento che potrebbe portare, nuovamente, diverse realtà ad avere problemi nel ripagare i debiti contratti negli anni precedenti.
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Considerata la montagna di debiti esistente nel mondo, un peggioramento della capacità di restituzione potrebbe avere impatti molto pesanti per il sistema produttivo. E a cascata anche per quello bancario, che pure negli scorsi mesi ha visto aumentare i propri profitti proprio grazie all’aumento dei tassi. Difficoltà per le imprese e le famiglie nel ripagare i prestiti contratti potrebbero infatti portare a un aumento dei crediti “in difficoltà”. Secondo l’FSB, le crisi recenti hanno già mostrato la debolezza di diverse banche nel gestire i rischi legati all’aumento dei tassi di interesse e ai prestiti erogati e che non vengono restituiti (cosiddette sofferenze bancarie).
I rischi posti dal sistema bancario ombra
Ma la minaccia più grande potrebbe venire non direttamente dal sistema bancario tradizionale quanto dal sistema bancario ombra. Ovvero quell’insieme di società che di fatto svolgono operazioni analoghe a quelle delle banche ma senza essere banche. E quindi senza essere sottoposte alle stesse normative in materia di solidità patrimoniale o controlli. Il debito gestito dalle istituzioni ombra potrebbe essere intorno ai 48mila miliardi di dollari – o anche superiore secondo altri studi e definizioni – una cifra dell’ordine di grandezza del PIL dell’intero pianeta. Un sistema bancario ombra che continua a crescere a livello internazionale e che, con lo sviluppo delle piattaforme digitali e della tecnologia, appare sempre più difficile anche solo da monitorare.
Shadow banking
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Un sistema, d’altra parte, legato a doppio filo a quello “ufficiale”, con un continuo scambio di prestiti e denaro tra i due. Anche in questo caso, diversi recenti scandali evidenziano fin troppo bene quanto problemi nel sistema ombra possano avere impatti devastanti anche per i gruppi bancari più grandi del pianeta. Nel 2021 implodeva l’hedge fund Archegos, causando perdite per 4,7 miliardi di dollari a Credit Suisse.
Preoccupano i livelli di indebitamento degli hedge fund
Semplificando, questi soggetti spesso si indebitano con le banche (con prestiti solitamente di breve termine) per poi investire in operazioni rischiose sui mercati finanziari. Sfruttando da una parte un effetto leva (mi indebito per potere investire più soldi di quanti ne ho a disposizione) e dall’altro i bassi tassi di interesse degli scorsi anni (mi indebito a poco e investo in operazioni più remunerative, intascando la differenza).
Oggi, da un lato l’aumento dei tassi rende più complicate tali operazioni, dall’altro molte banche vogliono diminuire l’esposizione finanziaria e la montagna di debiti nel portafoglio. E potrebbero richiedere a diversi attori del sistema ombra di rientrare.
Nelle parole di Knot, «molti hedge fund hanno livelli di leva finanziaria relativamente bassi. Tuttavia, alcuni adottano strategie ad elevata leva finanziaria, complesse e concentrate, i cui rischi possono essere difficili da valutare in modo efficace per le controparti e le autorità di regolamentazione. […] Se non gestita adeguatamente, la leva finanziaria può amplificare lo stress in caso di shock e portare a perturbazioni sistemiche, come dimostrato dalle recenti tensioni nei mercati delle materie prime e obbligazionario».
La soluzione, sempre secondo il presidente del FSB, risiede prima di tutto in un miglioramento della cooperazione internazionale tra autorità che si occupano di regolamentazione e controllo sui mercati finanziari. Se parliamo però di un sistema “ombra” che per definizione sfugge ai controlli richiesti al sistema bancario, più che il miglioramento della collaborazione sulle regole esistenti, l’urgenza sembra quella di scriverne di nuove e nettamente più efficaci.