Torna a casa Messi! La foglia di fico del Barça
Uno dei club più titolati al mondo è in un vortice di problemi finanziari e inchieste su una presunta corruzione arbitrale
In tempi in cui i prodotti dell’industria culturale hanno sostituito i movimenti reali – si discute delle dichiarazioni delle celebrità o presunte tali al concerto del Primo Maggio pur di non parlare della violenza del lavoro precario – a volte ci si aggrappa addirittura ai calciatori per sostenere una posizione invece di un’altra. E se il calciatore in questione è Lionel Messi, uno che ha vinto tutto sbriciolando ogni record, figuriamoci.
Tempo fa, ad esempio, giravano fake di Messi con la bandiera palestinese, come se il sostegno del campione argentino (che probabilmente nemmeno sa dove si trovi la Palestina) alla causa liberasse dalla fatica di leggerne le contraddizioni. Per non parlare del Messi che solleva la coppa del Mondo indossando il bisht gentilmente impostogli dall’emiro del Qatar.
In questi giorni Messi, cui scade a breve il contratto con il PSG, è di nuovo sulle prime pagine per questioni di mercato. Andrà in Arabia Saudita per soldi o al Barcellona per amore? Al Barça in realtà non potrebbe andare perché il club è sommerso dai debiti, si è già venduto il futuro e continua a prendere soldi in prestito per il nuovo stadio. Non dovrebbe neppure potersi iscrivere al prossimo campionato. Figuriamoci alla Champions.
Non solo. Da qualche mese è in corso un’inchiesta su una presunta corruzione arbitrale perpetrata negli anni dal Barça nei confronti degli arbitri per ottenere favori. L’ex numero due arbitrale spagnolo in poco meno di vent’anni avrebbe addirittura ricevuto ben sette milioni di euro dal club, per aiutarlo a vincere tutto quello che ha vinto. Un sistema tale da fare impallidire Calciopoli. Ma il Barça è més que un club. È più di una semplice società sportiva.
È il più grande prodotto di marketing sportivo della storia, è un’allucinazione collettiva, una falsa narrazione che si ripete da decenni. Basti pensare a come si presenti come paladino dell’ambiente (prendono i treni per Madrid!) mentre in realtà cementificano la città. O al suo farsi percepire come club antifranchista nonostante i favori da sempre ottenuti dal caudillo, altro che Real Madrid. Ed ecco allora la foglia di fico di Messi. Torna a casa, non torna a casa. Basta che si parli di quello, anche se a regola non potrebbe succedere. Che si parli del nulla, per tacere della scomparsa.