Riciclaggio, finanza e corruzione: i motori della criminalità organizzata
I profitti annui della criminalità organizzata variano tra i 92 e i 188 miliardi di dollari. È quanto emerge da un rapporto di Europol
È difficile stimare il giro d’affari e i profitti della criminalità organizzata. Le approssimazioni più recenti sui profitti annui di nove tra i principali mercati criminali dell’Unione europea variano tra i 92 e i 188 miliardi di dollari. Ma anche la stima più alta di 188 miliardi è sicuramente sottostimata rispetto ai reali profitti del crimine organizzato. A fronte di questa gigantesca montagna di denaro che ogni anno incrementa il patrimonio della criminalità organizzata, la percentuale recuperata dalle forze dell’ordine è meno del 2% del totale. È questa una delle principali conclusioni contenute nel primo rapporto di Europol, l’ufficio europeo di polizia. Pubblicato a settembre 2023, si intitola “L’altra faccia della medaglia. Indagine sul crimine economico e finanziario”.
Luci e ombre nel rapporto di Europol sul crimine economico e finanziario
Dal rapporto emergono luci e ombre. Se da un lato migliorano sia la collaborazione tra diverse giurisdizioni sia la comprensione dei principali fenomeni criminali, dall’altro la dimensione e la complessità delle attività in gioco sono spaventose.
Secondo i curatori del rapporto, «il mondo sta diventando più piccolo grazie a commercio, comunicazione e infrastrutture che ci avvicinano progressivamente. Esiste però un altro lato, buio, della medaglia: il nostro mondo interconnesso viene sfruttato da criminali che hanno creato un’economia sotterranea per sostenere le loro operazioni illegali».
Un’economia parallela fatta di riciclaggio, criminalità finanziaria e corruzione
Dal rapporto di Europol emerge come il crimine organizzato abbia costruito una vera e propria economia parallela. Riciclaggio, criminalità finanziaria e corruzione vengono definiti «i motori della criminalità». Nelle parole dei ricercatori, «per fare funzionare la macchina del crimine organizzato, sono tre le principali componenti che devono operare a pieno regime. Primo, la capacità di riciclare quantità industriali di profitti illegali. Secondo, un ecosistema di finanza criminale sofisticato che permetta la continuità degli affari. Terzo, una rete in continua espansione di corrotti e corruttori, che permette ai criminali di avere accesso alle informazioni e al potere».
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Il 70% delle organizzazioni criminali ricorre a meccanismi di riciclaggio per nascondere e poi fare riemergere i capitali frutto di attività illegali; oltre il 60% delle reti criminali che operano nell’Unione europea ricorre alla corruzione; l’80% fa un uso distorto di strutture e imprese legali, utilizzandole per coprire le proprie attività.
Grazie ai progressi tecnologici, le operazioni e i modi per eludere i controlli sono sempre più diversificati, con ramificazioni importanti spesso costituite al di fuori dell’Unione europea. Il rapporto esamina alcuni meccanismi. Dall’utilizzo di intermediari (a volte inconsapevoli) per fare girare i soldi, al riciclaggio mascherato da commercio transfrontaliero, allo sfruttamento delle tecnologie digitali e delle criptovalute, all’utilizzo di coperture legali che spaziano dai ristoranti alle banche. E molte altre ancora.
Riusciamo a recuperare solo le briciole dei profitti della criminalità organizzata
La difficoltà di stare dietro alla complessità delle operazioni criminali, e alla rapidità dell’evoluzione delle tecniche di riciclaggio e legate ad altri crimini economici e finanziari, è tutta nel numero riportato in apertura. Meno del 2% dei profitti generati dalla criminalità organizzata viene bloccato, e meno dell’1% viene poi definitivamente confiscato.
Troppo poco per riuscire a incidere e contrastare i giganteschi giri di affari prodotti. Proprio la confisca dei beni e dei capitali rappresenta uno degli strumenti più potenti per combattere il crimine. Per andare in questa direzione servono normative adeguate nei diversi Paesi europei e una migliore collaborazione anche su scala internazionale, che appare ancora lontana.
In breve, la pubblicazione del primo report di Europol mostra che si conoscono i principali meccanismi utilizzati dal crimine organizzato e i possibili strumenti per contrastarlo. Ma anche che la strada è estremamente lunga, e tutta in salita.