Agricoltura e clima potrebbero avvicinare le due Coree
Agricoltura e clima: due facce della stessa crisi. Che potrebbe portare Corea del Nord e Corea del Sud a tendersi la mano
Lo scorso 15 agosto, la Corea del Sud ha festeggiato il 79º anniversario dalla fine della colonizzazione giapponese. E il presidente Yoon Suk-yeol ha approfittato dell’evento per lanciare un’idea inaspettata alla Corea del Nord: «un’unificazione basata sulla libertà», a partire da un’offerta di aiuto alle vittime delle catastrofi naturali.
La proposta è figlia, infatti, delle conseguenze delle gravi inondazioni che si sono registrate lungo la frontiera cinese. Un disastro tale che, secondo la Fao, potrebbe provocare impatti a lungo termine sulla produzione agricola nord-coreana. L’agenzia delle Nazioni Unite ha spiegato che gli eventi meteorologici estremi rischiano di rendere impossibili le culture, tanto da provocare l’esodo delle popolazioni locali. A pesare e anche l’aumento delle temperature medie che, sempre secondo la Fao, «accresce il rischio di malattie e di una riduzione potenziale delle rendite».
A rischio, in questo senso, ci sono le colture di riso, mais, patate, miglio e sorgo. Il che andrebbe ad appesantire ulteriormente una situazione già non rosea dal punto di vista dell’alimentazione nella nazione governata da Kim Jong-un. Non a caso, quest’ultimo ha imposto sin dall’inizio del suo regime riforme alimentari, promettendo alla popolazione di «non dover più stringere la cinghia».
I cambiamenti climatici sono una battaglia globale
La Corea del Nord necessita di 5,76 milioni di tonnellate di colture all’anno per nutrire i suoi 25 milioni di abitanti. Nel 2023, la produzione è aumentata di 310mila tonnellate, raggiungendo i 4,82 milioni milioni. Ciò che manca alla popolazione nord-coreana viene importato principalmente dalla Cina e dalla Russia. Nel primo semestre di quest’anno, ad esempio, Mosca ha già fornito 1.270 tonnellate di farina e mille di mais.
Dopo un’ondata straordinaria di gelo in primavera la nazione asiatica ha subito precipitazioni estreme nelle province di Pyongan, Chagang e Ryanggang. Le conseguenti inondazioni hanno provocato anche circa mille morti e danni giganteschi nella città di Sinuiju. Tremila ettari di terre agricole sono stati sommersi.
Chissà che di fronte all’emergenza, Pyongyang e Seul non riescano davvero a porre le basi per una collaborazione nel settore agricolo. I cambiamenti climatici, infatti, sono una battaglia globale, che va con combattuta dall’intera popolazione mondiale. Nel caso di Corea del Sud e Corea del Nord, la crisi potrebbe, per lo meno, trasformarsi in un’opportunità di tendersi la mano.