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Gas e petrolio da scisto, in Europa monta la protesta

In Francia, Gran Bretagna e Polonia i cittadini si sono organizzati e lottano contro le grandi imprese che hanno ottenuto autorizzazioni al perforamento del suolo. ...

  L’opposizione al gas e al petrolio da scisto comincia ad assumere dimensioni significative in Europa, soprattutto nei tre Paesi nei quali la possibilità di sfruttare tali fonti di energia è stata presa maggiormente in considerazione: Gran Bretagna, Polonia e Francia. 

In Polonia – riferisce il Journal de l’Environnement – è in corso un vero e proprio braccio di ferro tra la compagnia petrolifera americana Chevron e un nutrito gruppo di contadini delle comunità rurali di Zurawlow e di Rogow, nel Nord-Est del Paese (a pochi chilometri dalla frontiera con l’Ucraina). Gli abitanti contestano infatti la validità delle autorizzazioni all’esplorazioni concesse all’industria (è possibile seguire gli eventi sul sito di Occupy Chevron). 

In Gran Bretagna, si è già arrivati – la settimana scorsa – al primo scontro fisico tra manifestanti e forze dell’ordine. È accaduto nelle vicinanze del sito di Balcombe, nel Sussex, dove l’impresa Cuadrilla si appresta ad effettuare una serie di trivellazioni esplorative alla ricerca di shale gas. Una scelta appoggiata con decisione dal governo, che ha anche concesso forti agevolazioni fiscali al fine di incentivare lo sfruttamento della risorsa, in barba ai rischi ambientali e agli inquietanti problemi già riscontrati. Come nel caso dei terremoti provocati dalla fratturazione idraulica attorno al sito di Blackpool, nel Lancashire (dove opera la stessa società Cuadrilla). 

Anche in Francia da tempo gli oppositori si sono organizzati. L’ultima tappa, lo scorso 3 agosto, è stata una manifestazione contro le perforazioni esplorative programmate in Seine-et-Marne dall’impresa Hess Oil, stavolta non alla ricerca di gas bensì di petrolio. Il governo di Parigi ha fatto sapere in modo ufficiale di non voler concedere autorizzazioni ad una tecnica che potrebbe nuocere all’ambiente e alle popolazioni locali. Ma secondo gli “anti-shale” la Hess starebbe aspettando un nuovo cambiamento negli orientamenti dell’esecutivo, forte dei premessi ottenuti prima del 13 luglio 2011 (data in cui è stata vietata la fratturazione idraulica).